Fonte: Banca d'Italia, Matrice dei conti.
Buona parte degli episodi su cui si è recentemente concentrata l’attenzione dell’opinione pubblica si è verificata nel biennio 2004-2005; nello stesso periodo la Banca d'Italia ha svolto specifici controlli volti a valutare anche l’esposizione delle banche italiane ai rischi legali e di reputazione connessi con l’operatività in derivati.Sul sito della Banca d'Italia trovate il testo dell'Audizione parlamentare di Fabrizio Saccomanni, Direttore generale della Banca d'Italia, da cui ho tratto la tabella e il passaggio sopra riportati.
I vertici aziendali dei gruppi bancari di maggiori dimensioni – cui era riconducibile la gran parte delle transazioni in derivati con controparti non istituzionali – sono stati in più occasioni richiamati alla necessità che la commercializzazione avvenga nel pieno rispetto delle regole vigenti, che le prescrizioni normative trovino riscontro in disposizioni interne adeguatamente formalizzate e che siano rafforzati i sistemi di controllo sull’operatività delle reti di vendita. L’azione di vigilanza ha stimolato in questo periodo l’adozione, da parte degli intermediari, di prassi conformi ai principi ispiratori della direttiva MiFID.
Nel corso del 2005 sono stati disposti accertamenti ispettivi su due dei principali operatori nazionali nel segmento dei derivati alle imprese. In un caso, ad esito delle verifiche, sono state contestate all’intermediario lacune relative al sistema di controllo e alle procedure per la valutazione dei rischi di controparte. E’ stata inoltre richiamata l’attenzione della banca sul frequente ricorso alle rimodulazioni dei derivati, che ha comportato continui differimenti degli esborsi da parte della clientela, originando una crescita dei valori dei contratti.
Luca
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