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lunedì 27 ottobre 2008

Roubini non esclude una chiusura dei mercati finanziari per la crisi degli hedge fund



Nouriel Roubini, alias Mr Doom ovvero colui che già nel 2006 aveva prefigurato il copione della crisi, da agosto 2007 a queste settimane, è intervenuto oggi ad un convegno a Londra (riferisce Bloomberg) affermando che è in atto una corsa ai riscatti degli investimenti in hedge funds. Per far fronte alle richieste di liquidazione, i gestori (che sono anche forti investitori in questi veicoli) dovrebbero scaricare sui mercati massicce quantità di asset. Per scongiurare crolli, le borse potrebbero chiudere per una settimana o più, come adombrava il nostro Premier il 10 ottobre, parlando di concertazioni in tal senso tra i paesi del G7 (poi smentite, Bloomberg lo ricorda). Il 30% di questi fondi potrebbe uscire di scena, secondo un operatore del settore, con perdite massicce a carico dei loro investitori, facoltosi privati, ma anche soggetti istituzionali che avevano subito il fascino degli alternative investments nelle loro variegate strategie. Nei mesi scorsi la leva di questi patrimoni si era drasticamente ridotta, e speriamo quindi in impatti limitati sui mercati del credito.
La crisi sta toccando un drappello di paesi emergenti: Pakistan, Ungheria, Ucraina e Bielorussia (e conseguente richiesta di assistenza del Fondo Monetario Internazionale). Si teme un nuovo default del governo argentino che ha nazionalizzato i fondi pensione.
Annoto questo non per allarmismo, ma per ricordare a me stesso che la strada davanti sarà lunga e ancora piena di sorprese, non tutte positive. E allora, occhi aperti, testa al lavoro e maniche rimboccate.

Luca
PS 23/10
Sugli hedge funds potete leggere questo articolo esauriente dell'Economist.

PS 25/10
Ieri Roubini è tornato sul suo intervento allarmistico con questo commento
Indeed, we have now reached a point where fundamentals and long term valuation considerations do not matter any more for financial markets. There is a free fall as most investors are rapidly deleveraging and we are on the verge of a a capitulation collapse. What matters now is only flows - rather than stocks and fundamentals - and flows are unidirectional as everyone is selling and no one is buying as trying to buy equities is like catching a falling knife. There are no buyers in these dysfunctional markets, only sellers and panic is the ugly state of this destabilizing game.
And while panic and destabilizing market dynamics is the driver of financial markets even economic fundamentals are awful as investors are finally realizing that a severe US and Eurozone and G7 and emerging markets and global recession is coming and will be deep and protracted. As I have argued for a while equity prices may have to fall another 30% based on fundamentals alone before they bottom out. Why so? In a severe two year US and global recession S&P 500 firms earnings per share (EPS) could realistically fall to $50 or $60. If P/E ratios fall to 12 this implies the S&P 500 index falling to a 600 to 720 range. If P/E ratios fall - as likely in a recession - to 10 then the S&P 500 index could fall as low as 500 to 600. So even based on fundamental factors alone there is another 30% or more downside risk to US equities; and now, on top of such fundamentals, there is also an ugly and nasty panic-driven market dynamics at work.
L'ho visto parlare in questo video del suo intervento su Bloomberg. Ve lo consiglio. Non sapete l'inglese? E' il momento giusto per impararlo, se volete seguire quello che sta succedendo. A proposito: Roubini si è laureato in economia politica alla Bocconi nel 1982, due anni dopo di me (io in Economia aziendale), più o meno negli stessi anni di Alberto Alesina. Non male la scuola italiana di economia.

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