Un articolo di Rossella Bocciarelli sul Sole 24 ore di ieri (pag. 35) riferisce del parere, positivo e argomentato, sulla proposta governativa dei cosiddetti "Tremonti bond" ex art. 12 del DL anti-crisi n. 185/2008 recentemente convertito in legge, le obbligazioni subordinate e convertibili che il Tesoro potrà sottoscrivere per rafforzare, laddove opportuno, il patrimonio di base delle banche. Si parla anche dell'accordo-quadro tra ABI e Ministero dell'Economia che detta le linee guida degli specifici protocolli e codici etici sottoscritti da ogni banca che si avvarrà di questa fonte pubblica di capitale.
Ecco le anticipazioni riferite dal Sole:
- le banche si impegnano ad assicurare, nel prossimo triennio, in presenza di una corrispondente domanda, la piena disponibilità del credito alle imprese e a mantenere attivo un mercato dei finanziamenti alle aziende, tenendo sotto controllo l'evoluzione della qualità del credito;
- le banche si impegnano ad offrire il loro contributo al rafforzamento dei fondi di garanzia, contribuendo anche al fondo centrale di garanzia per le Pmi appena rifinanziato dallo stesso DL anti-crisi, art. 11;
- le banche si impegnano ad un ulteriore consolidamento del rapporto con i confidi;
- sarà costituito un organismo composto in modo paritario da rappresentanti del mondo delle banche e di quello delle altre aziende, con un rappresentante del Ministero dell'Economia, avente il compito di monitorare la dinamica dei finanziamenti alle imprese.
Un parere? Può la moral suasion indurre le banche a sostenere il credito alle aziende più di quanto farebbero spontaneamente? Non è facile capire se il razionamento c'è, e se dipende dal timore delle banche o da qualche vincolo più coriaceo. Se ci sono strozzature, il problema è trovare la strada per rimuoverle, con soluzioni di mercato, mutualistiche, pubbliche, quelle più efficaci. Quanto all'organismo paritetico di monitoraggio, penso che i tavoli di confronto sono sempre benvenuti. Che poi funzionino dipende dalle persone riunite attorno al tavolo, dalla condivisione di uno scopo comune e dalla fiducia che si stabilisce al di là delle appartenenze e degli interessi rappresentati. Ma le soluzioni di cui c'è bisogno - nuove, concrete, rischiate sul campo - è difficile che nascano lì.
Luca
4 commenti:
Dunque al punto 1 le banche si devono impegnare a fare le banche (lapalissiano).
Al punto 2 si devono impegnare a fare un'offerta ai Confidi ed al Fondo PMI (quanto, come, PERCHE'?)
Al punto 3 si impegnano ad un ulteriore consolidamento col mondo dei Confidi (che vuol dire? Chi paga?, Perchè?)
Al punto 4 solito Comitato di chiacchiere, va bene, non farà bene ma probabilmente non farà male.
le declinazioni interpretative non sono cosìm scontate.
punto 1 - le banche cambino atteggiamento rispetto a quello assunto negli ultimi mesi (e in caso contrario?)
punto 2 - contribuiscano con modalità da definire al co-finanziamento dei fondi di garanzia (non credo i fondi rischi dei confidi) di cui sono beneficiarie (definendone le modalità potrebbe avere un senso)
punto 3 - in effetti il più difficile da interpretare, forse si intenderebbe segnalare alle banche l'esigenza di dare attenzione alla domanda proveniente dal canale confidi con riferimento ai tempi di istruttoria ed all'incidenza delle pratiche respinte. si potrebbe sottointerpretare che il governo intenderebbe con questo riconoscere implicitamente al sistema confidi capacità di svolgere il ruolo del mediator du credit francese e forse in qualche modo accreditarli????
punto 4 no comment ....
A proposito del punto 1 : un mio amico che lavora in banca mi ha detto che hanno sospeso l'erogazione dei mutui casa perché il tasso imposto dal calmiere politico/mediatico non è più remunerativo.
Sul punto 2 conosco un pasticcere che regalava soldi ai clienti purchè li spendessero nel suo negozio. Comportamento saggio perché in fondo beneficiava dei suoi stessi soldi!
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