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lunedì 15 marzo 2010

Il dibattito su Basilea 2/3 e imprese vola bassissimo



Repubblica Affari/Finanza pubblica oggi un articolo: Basilea 2: l'allarme delle imprese. Riassume le prese di posizione di Confindustria, Confapi e ABI sui rischi di credit crunch dovuti ai brutti bilanci 2009 passati nel processo di rating. L'articolista ha chiesto un parere a due dirigenti di grandi banche, che così hanno espresso, in forma anonima, il loro pensiero. Cominciamo dal "Direttore A":
"Intanto ridimensioniamo il problema, a cominiciare dal fatto che tutte le microimprese che ricorrono alla contabilità semplificata sono escluse da un esame dei bilanci ispirato dai criteri di Basilea 2." Diverso il caso delle aziende con un giro di affari fino a 5 milioni di euro che utlizzano la contabilità ordinaria. "In questo caso il nostro "punteggio" per la determinazione del rating creditizio si basa anche sull'esame dei bilanci. Ma le posso assicurare che il "peso" di questi ultimi è molto basso, sensibilmente inferiore al 20%. Al contrario diamo un valore nettamente più alto ai dati che ci provengono dalla centrale rischi sulla puntualità nel rientro delle scadenze. Se un'azienda tarda a rimborsare le rate di un mutuo il suo rating cala molto di più."
Ah, il controllo andamentale pesa tanto, sia per le micro che per le piccole. Allora non c'è problema col bilancio 2009, l'impresa è già stata declassata!
Vediamo se il "Direttore B" ci dà maggior conforto:
"Il rischio che a maggio ci sia una stretta è oggettivo. Però non dobbiamo dimenticare che una banca sopravvive solo se eroga il credito. Il nostro mestiere è questo." Quanto al fatto che i bilanci 2009 saranno brutti, il nostro banchiere non si scompone. "Lo sappiamo benissimo. E infatti non perderemo troppo tempo a guardarci dentro. Al contrario, avrà molta più importanza l'impegno degli imprenditori a ricapitalizzare le loro imprese dimostrando così di credere al futuro. O anche la loro capacità di offrire garanzie, anche di tipo personale."
Ah, le garanzie, il vero rimedio anti-crisi (non abbiamo tempo da perdere coi bilanci, pensate se il medico di un paziente grave parlasse così della diagnostica!).
Sono citazioni, d'accordo, e può darsi che siano state selezionate ad arte per dipingere banchieri distaccati e minimalisti. Le interviste con i massimi vertici danno un messaggio opposto: cerchiamo rapporti più stretti con le aziende, guardiamo ai suoi piani di business, al talento dell'imprenditore.
Come stanno veramente le cose?

Luca

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3 commenti:

Sapio ha detto...

Secondo la mia esperienza le banche hanno perso completamente la capacità di parlare, capire e guidare le aziende. Il massimo dell'abilità dei gestori è allontanare nel tempo la crisi delle imprese affinché il cerino bruci le dita di qualche d'un altro.

Nostradamus ha detto...

Ah, ora iniziate a crederci !
Piu' la "stretta" si avvicina e piu' ci si allarga ! I bilanci delle imprese per i "bancari" sono sempre stati un optional.
Adesso che molti confidi hanno perfezionato la capacità di analisi dei bilanci si ha il paradosso di essere piu' restrittivi nell'analisi del rischio delle stesse banche.
Ok : prevedo una grande giravolta entro il 2010
con qualche significativo passo indietro anche nelle strategie delle grandi banche.
Serve business e servono impieghi il rischio bellezza puo' aumentare .
E cio' è forse già anticipato da questo strano e sinistro silenzio nel blog da parte di molti super-tecnici ....

Luca ha detto...

Nostradamus: il silenzio penso sia dovuto a fattori stagionali (bilancio?) e alla mancanza di fatti freschi da commentare sui temi di maggior richiamo. Nel resto dell'anno potrebbero succedere cose interessanti e inaspettate, anche positive.