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lunedì 9 febbraio 2015

Newsletter di Fedart Fidi: aggiornamenti interessanti su ricapitalizzazione confidi da Fondo Pmi e nuove normative.

L'ultima newsletter di Fedart Fidi tocca molti argomenti caldi di cui mi sono occupato (da outsider rispetto all'associazione dei confidi artigiani) dopo la riapertura del blog. Ne approfitto per riscontrare e arricchire le cose che ho letto e scritto nei giorni scorsi. Cito i passaggi seguiti dai miei commenti.

Fondo per il rafforzamento dei confidi ex Legge di Stabilità 2014
[sulle azioni in materia di confidi e garanzie di quella legge v. questo articolato post]
Negli ultimi mesi la Federazione ha aperto un continuativo e costruttivo confronto con il MISE, e grazie anche a questa proficua relazione, Fedart d’intesa con Assoconfidi ha contribuito a far accogliere dopo molti mesi la propria duplice proposta, presentata fin dalle fasi iniziali dell’interlocuzione, di attuare il comma 54 nella forma di un contributo ai fondi rischi, senza l’obbligo di notifica alla Commissione Europea. Il MISE ha altresì abbandonato l’ipotesi di erogare la contribuzione ai soli Confidi in difficoltà, ossia quelli che non rispettano i requisiti patrimoniali fissati dalla Banca d’Italia, ipotesi che la Federazione ha sempre anche pubblicamente avversato, in quanto penalizzante per le strutture più virtuose. Il D.M. di attuazione sarà probabilmente pubblicato a breve, subito dopo l’emanazione dei D.M. di attuazione del Titolo V del T.U.B. al fine di avere certezze sul perimetro di riferimento dei Confidi vigilati.
Per quanto riguarda la destinazione dei 225 milioni stanziati dalla Legge di stabilità 2014, riscontravo qui lo scetticismo del MiSE verso un intervento di soccorso ai confidi in crisi soggetto a notifica. Fedart e Assoconfidi hanno invece caldeggiato l'alternativa più accessibile dell'apporto a fondo rischi, che pare sia quella prescelta. mi rendo conto che si tratta della soluzione più gradita al confidi italiano medio. Tuttavia, non mi illudo che l'attuazione della norma così come prospettata da Fedart passi in modo indolore. Quali gli ostacoli? Le banche potrebbero fare pressione per far arrivare comunque una fetta consistente degli aiuti ai confidi che hanno maggiori escussioni non onorate.
Tutto dipenderà dal meccanismo di distribuzione dei fondi. Avrebbero accesso al contributo: a) i confidi vigilati veri; b) gli aspiranti vigilati che si impegnano ad aggregarsi; c) i confidi collegati da contratti di rete. Quindi anche molti confidi non vigilati che si attrezzeranno per essere delle partita.
A chi andranno gli importi maggiori? Assoconfidi propone in emendamenti alla Legge di stabilità 2014 (vedi mio commento dell'ottobre 2013) la regola dell'1% dello stock di garanzie. Se il criterio è lo stock, maggiori fondi andranno ai confidi con gli stock maggiori. Ma come sarà trattato il deteriorato all'interno della base di calcolo dell'1%? Il gioco è tutto lì. Se finirà dentro tutto il deteriorato, una fetta consistente dei 225 milioni andrà ai c.d. "confidi in difficoltà", e da loro alle banche a copertura di posizioni in buona parte già escusse. La distribuzione così congegnata sarà gradita anche ai confidi con grandi stock e piccole sofferenze.
Ci saranno poi molti dettagli da chiarire: si decurteranno gli stock in funzione delle controgaranzie e delle forme di limitazione del rischio? Penso alle cappature in gran voga negli ultimi anni. Aspettiamo che sia "pubblicato a breve" il decreto prima di scervellarci sulla materia.
[Sul D.M. di attuazione del Titolo V del T.U.B. vedi oltre]

Legge di Stabilità 2015
La Federazione ha presentato numerosi emendamenti finalizzati a introdurre misure su due principali tematiche:
  • il rafforzamento patrimoniale del sistema, anche attraverso interventi strutturali;
  • una maggiore efficienza ed efficacia del Fondo Centrale di Garanzia a favore delle mPI.
La versione definitiva della Legge ha però di fatto introdotto una sola norma relativa all’operatività del Fondo Centrale, che ne amplia l’accesso alle imprese fino a 499 addetti.
... qualcun altro ha bussato più forte alla porta del Governo, come ipotizzavo qui. A parte gli scherzi, ci sono molte iniziative normative che riguardano i confidi, per cui lo stesso Governo ha pensato di non aprirne altre.

Riforma T.U.B.
I D.M. di attuazione del Titolo V, relativi rispettivamente all’innalzamento della soglia per i Confidi intermediari finanziari e all’Organismo dei Confidi, sarebbero di imminente pubblicazione, avendo superato tutte le fasi dell’iter di approvazione (parere positivo della Banca d’Italia, del Consiglio di Stato e del dipartimento del Ministero competente). Si ipotizza un allineamento dei tempi di pubblicazione della normativa primaria e secondaria di vigilanza al mese di marzo con possibili ulteriori slittamenti dell’entrata in vigore della stessa laddove la pubblicazione continui a ritardare.
Aspettiamo e speriamo.


Investment Compact
Le prime bozze del D.L. contenevano numerose proposte avanzate da Fedart:
  • l’eliminazione della delibera preventiva per l’accesso al Fondo Centrale di Garanzia in controgaranzia;
  • l’abbassamento al 60% dall’attuale 80% della misura massima dell’intervento del Fondo Centrale in garanzia diretta per le banche;
  • il ripristino della presenza delle Associazioni di categoria e l’introduzione della rappresentanza dei Confidi nella composizione del Comitato di Gestione del Fondo Centrale.
La versione definitiva del D.M. non ha mantenuto tali disposizioni, in quanto sono di fatto state stralciate tutte le norme relative a FCG. Per questa ragione la Federazione intende intervenire in sede di conversione del D.L. presentando alcuni emendamenti volti a reintrodurle, puntando in particolare sull’eliminazione della delibera preventiva sulla controgaranzia.
Il D.M. contiene inoltre alcune disposizioni sulle forme di finanziamento alternative al canale bancario per le PMI innovative, che la Federazione sta valutando nell’ambito del progetto “Credito e garanzia”, al fine di facilitare il ricorso di tutte le PMI a strumenti innovativi tesi al rafforzamento patrimoniale, a sua volta individuato come requisito fondamentale per agevolare la relazione con le banche e quindi ottenere nuovo credito.
Esattamente quello che mi è venuto da commentare qui. L'ultimo punto riguarda (penso) le garanzie su apporti di capitale proprio. Mi sembrano un controsenso, ma ormai tutti gli sponsor dei canali di finanziamento "innovativi" e "alternativi" (minibond, ABS, ecc.) fanno a gara per ottenere la garanzia statale su esposizioni a rischio complicate e insidiose. Anche i piccoli fanno la loro proposta.

Legge delega per la riforma dei Confidi
Sono ripresi i lavori della competente Commissione del Senato, che ha accolto sostanzialmente tutti gli emendamenti presentati da Fedart insieme ad Assoconfidi. L’iter parlamentare proseguirà con la discussione in Aula e successivamente con il passaggio alla Camera. In quest’ultima sede la Federazione è intenzionata a presentare ulteriori emendamenti su tematiche di particolare interesse, come ad esempio le attività che i Confidi possono svolgere, con l’obiettivo di ampliare gli ambiti di competenza del sistema, da sistematizzare con i contenuti dei decreti in pubblicazione sul TUB prima citati.
Potete seguire i progressi sul sito del Senato.  Io onestamente non ho ancora capito come si armonizzerà questa nuova legge con tutte le iniziative di cui sopra, però è servita a riportare l'attenzione del Legislatore sui confidi. Qualcosa di buono ne verrà fuori, e spero non siano soltanto parole.
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