Nella seconda video-intervista di aleablog ho fatto una lunga chiacchierata con Bartolo Mililli, AD di Confeserfidi.
Per prima a cosa, chiedo come è andata la recente ispezione di Banca d'Italia. Bartolo si dichiara entusiasta della ricaduta sulla struttura (hanno imparato moltissimo). Sull'esito (parzialmente sfavorevole) non si tira indietro, e commenta non soltanto i rilievi positivi, ma anche quelli critici. Tra i primi, l'apprezzamento per la tenuta del patrimonio (merito dei redditi accantonati negli anni pre crisi con un pricing attento e del ricorso a garanzie con limitazione o condivisione del rischio). Tra i secondi, la preoccupazione per il calo delle erogazioni nel 2013 e nel 2014, che ho portato in rosso il margine operativo.
Il 2015 promette un'inversione di tendenza, grazie al quadro macroeconomico più favorevole alla ripresa [speriamo!] e al ritorno di interesse delle banche verso le Pmi, sostenuto dalla raccolta TLTRO presso la BCE. Secondo Bartolo, stanno risvegliandosi tanto la domanda, quanto l'offerta di credito, e da tutte e due le sponde del mercato arrivano a Confeserfidi richieste di intervento. Ci sono molte pratiche che le banche gradiscono vedere appoggiate su un confidi affidabile. E [chiedo] non siete più spiazzati dall'accesso diretto delle banche al Fondo Pmi? No, replica Bartolo: la garanzia diretta non fa terra bruciata per i confidi, perché riguarda soltanto le operazioni più "fluide", quelle che passano in procedura semplificata con scoring in Fascia 1; e le banche non sono tutte e sempre autosufficienti, lo dimostrano due banche locali che appoggiano le pratiche di garanzia diretta su un service gestito da Confeserfidi.
Nell'intervista Mililli illustra i prodotti alternativi alla garanzia mutualistica lanciati da Confeserfidi, in particolare i prestiti per cassa di piccolo importo (tra cui il programma su fondi Jeremie) e le fideiussioni per obbligazioni commerciali di dare, contro-garantibili sul Fondo centrale Pmi. E parlando di Fondo Pmi, il discorso ha toccato due problemi: (a) il monitoraggio del rischio di revoca della contro-garanzia (spesso originato dalla documentazione tardiva o incompleta fornita dalle banche); (b) la richiesta delle banche di onorare le richieste di escussione prima del pagamento da parte del Fondo (e i problemi di liquidità che ne derivano).
Bene, come vedete, l'intervista è corposa. La qualità tecnica è ancora skype-dipendente (ho tenuto piccolo il formato per non far sgranare troppo l'immagine), ma dovreste riuscire a seguirla, spero con interesse.
Arrivederci alla prossima intervista (per avere l'elenco cliccate qui).
Per prima a cosa, chiedo come è andata la recente ispezione di Banca d'Italia. Bartolo si dichiara entusiasta della ricaduta sulla struttura (hanno imparato moltissimo). Sull'esito (parzialmente sfavorevole) non si tira indietro, e commenta non soltanto i rilievi positivi, ma anche quelli critici. Tra i primi, l'apprezzamento per la tenuta del patrimonio (merito dei redditi accantonati negli anni pre crisi con un pricing attento e del ricorso a garanzie con limitazione o condivisione del rischio). Tra i secondi, la preoccupazione per il calo delle erogazioni nel 2013 e nel 2014, che ho portato in rosso il margine operativo.
Il 2015 promette un'inversione di tendenza, grazie al quadro macroeconomico più favorevole alla ripresa [speriamo!] e al ritorno di interesse delle banche verso le Pmi, sostenuto dalla raccolta TLTRO presso la BCE. Secondo Bartolo, stanno risvegliandosi tanto la domanda, quanto l'offerta di credito, e da tutte e due le sponde del mercato arrivano a Confeserfidi richieste di intervento. Ci sono molte pratiche che le banche gradiscono vedere appoggiate su un confidi affidabile. E [chiedo] non siete più spiazzati dall'accesso diretto delle banche al Fondo Pmi? No, replica Bartolo: la garanzia diretta non fa terra bruciata per i confidi, perché riguarda soltanto le operazioni più "fluide", quelle che passano in procedura semplificata con scoring in Fascia 1; e le banche non sono tutte e sempre autosufficienti, lo dimostrano due banche locali che appoggiano le pratiche di garanzia diretta su un service gestito da Confeserfidi.
Nell'intervista Mililli illustra i prodotti alternativi alla garanzia mutualistica lanciati da Confeserfidi, in particolare i prestiti per cassa di piccolo importo (tra cui il programma su fondi Jeremie) e le fideiussioni per obbligazioni commerciali di dare, contro-garantibili sul Fondo centrale Pmi. E parlando di Fondo Pmi, il discorso ha toccato due problemi: (a) il monitoraggio del rischio di revoca della contro-garanzia (spesso originato dalla documentazione tardiva o incompleta fornita dalle banche); (b) la richiesta delle banche di onorare le richieste di escussione prima del pagamento da parte del Fondo (e i problemi di liquidità che ne derivano).
Bene, come vedete, l'intervista è corposa. La qualità tecnica è ancora skype-dipendente (ho tenuto piccolo il formato per non far sgranare troppo l'immagine), ma dovreste riuscire a seguirla, spero con interesse.
Arrivederci alla prossima intervista (per avere l'elenco cliccate qui).
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