Come riferisce Reuters, il 23 dicembre è stata ufficializzata la cessione di Centrale dei Bilanci SpA a due gruppi di private equity, Bain Capital (USA) e Clessidra Capital Partners (Italia). Le quote di Bain e Clessidra sarebbero dell'80% e del 20%, rispettivamente. Hanno venduto le banche italiane presenti nell'azionariato di Ce.Bi., tra cui Intesa Sanpaolo (24,5%), Unicredit (22,6%) e Mps (12,6%). Il prezzo si aggira su €550mn, finanziati per la metà con un prestito sindacato da BNP Paribas, Intesa e Unicredit. Ce.Bi. gestisce una propria banca dati di bilanci alimentata dalle banche aderenti e sviluppa modelli di scoring creditizio (incorporati nei sistemi di rating di alcune tra le maggiori banche italiane). L'acquisizione ha puntato però ad un altro asset strategico, il gruppo Cerved che Centrale dei Bilanci controlla all'85% (il 15% è delle francese Coface, attiva nell'assicurazione e gestione crediti e nella business information). Cerved, come noto, è nata come spin-off dal sistema della Camere di commercio per separare l'attività di banca dati commerciale dal servizio istituzionale di gestione del Registro delle imprese, in carico ad Infocamere. Cerved, oltre a svolgere altri servizi di informazione per le banche e le aziende, acquisisce dati aziendali dagli archivi camerali e li rivende in concorrenza con altri distributori.
I nuovi proprietari di Ce.Bi.-Cerved intendono conferire l'asset alla propria divisione Lince, vendor di informazioni commerciali e creditizie e, dall'aprile 2008 , prima e finora unica ECAI italiana autorizzata dalla Banca d'Italia. Le ragioni del deal sono illustrate in questi articoli del Corriere e di Repubblica apparsi nei mesi scorsi. Cerved porta in dote un portafoglio di 21.000 clienti, che comprende il 90% delle banche italiane, un'appetibile platea a cui offrire rating esterni riconosciuti a fini di Basilea. E la domanda di informazioni sul credito è in crescita, sospinta dalla crisi e dalla ricerca di risparmi sulle procedure di fido.
Se il settore non fosse interessante, non si sarebbe concluso un deal da più di mezzo trilione di euro in un mercato del private equity in sofferenza dal dopo-Lehman. Aspettiamo con interesse le mosse del nuovo player, e le risposte dei suoi concorrenti.
Luca
2 commenti:
Le banche venditrici hanno fatto come quelle famiglie che si vendono i mobili della cucina ma debbono pur mangiare. Dall'incasso hanno un beneficio patrimoniale immediato ma pagheranno più salati i pasti futuri. Gli acquirenti si garantiscono con onerosi contratti di fornitura a lungo termine. Nulla di nuovo sotto il sole.
Le banche sostituiscono partecipazioni (ponderate 1250) con finanziamenti agli acquirenti (ponderati 100 o di più, perchè non vendono a libro ma pretendono plusvalenze). Purtroppo il momento è difficile per quelle banche che si sono fatte prendere dalla smania della crescita un'attimo prima della crisi (Monte Paschi docet e le altre pure).
Interessante lettura, Sapio
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