Un'altra citazione (la sottolineatura è mia):
Reti d'imprese (articolo 1). Al Governo il compito di adottare, entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per agevolare la creazione di reti o aggregazioni di imprese al fine di promuovere al meglio lo sviluppo dei distretti produttivi. Previsto che le nuove norme debbano essere a costo zero per la finanza pubblica e con l'ulteriore vincolo del rispetto della normativa comunitaria. Ai decreti legislativi, il compito di definire, tra l'altro, la forma contrattuale delle nuove aggregazioni, che possono avvenire sia in forma di gruppo paritetico sia gerarchico, le modalità per il riconoscimento internazionale della rete e per l'utilizzo degli strumenti di promozione e di tutela del made in Italy. Ammessa, poi, la possibilità di aggregarsi alla rete, anche, alle imprese sociali e, seppur in posizione minoritaria, agli enti senza scopo di lucro a patto che non esercitino attività d'impresa. Prevista, anche, la creazione di fondi di garanzia per l'accesso al credito destinati alle reti d'imprese costituite all'interno dei distretti produttivi, oltre a specifiche agevolazioni fiscali per favorire la capitalizzazione del raggruppamento, mediante l'applicazione di un'aliquota ridotta agli utili corrispondenti alla remunerazione ordinaria del capitale investito. Stabilita, inoltre, l'estensione, anche, alle reti di imprese collocate all'interno dei distretti delle norme di favore contenute nell'articolo 1, commi 366 e seguenti, della Finanziaria per il 2006 previste per i distretti produttivi. Con un unica eccezione: le norme concernenti i tributi dovuti agli enti locali.
Mi pare un provvedimento molto "aperto" che vede nelle aggregazioni tra imprese il punto di coordinamento delle politiche di rafforzamento finanziario. Come questo poi si può realizzare, a costo zero per le casse dello Stato, è un discorso lungo e complesso, tutto da sviluppare.
Luca
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