L'AECM, Associazione europea delle società di garanzia mutualistica, ha diffuso una dichiarazione sulla crisi finanziaria (qui la versione inglese e qui la versione italiana).
Dopo aver sottolineato quanto sia preziosa nello scenario di crisi l'opera, efficace e capillare, degli enti di garanzia, l'AECM formula alcune istanze ai Policy makers europei:
- semplificare le regole di accesso degli enti di garanzia alle nuove facilities FEI previste dal CIP (che sostituiscono quelle del precedente MAP, ne ho parlato qui), e aumentare le risorse stanziate;
- estendere il massimale di aiuto de minimis da 200.000 euro per tre anni (livello stabilito nel regolamento del 12/12/2006 di cui parlavo qui) a 400.000 euro; tale regime è quello normalmente applicato, per la sua semplicità, nei programmi che beneficiano di controgaranzia pubblica o di altri apporti finanziari, e l'attuale limite, unito alla "regola del 13%", risulta troppo restrittivo; in aggiunta si chiede di alzare i premi safe harbour previsti dalla nuova Comunicazione sugli aiuti di Stato in forma di garanzia, ovvero i livelli sotto i quali le commissioni applicate in un programma di garanzia per le Pmi sono considerate inclusive di aiuti di Stato; più in generale si chiede una moratoria nell'applicazione della suddetta Comunicazione, che rischia di intralciare molto le procedure di rinnovo dei regimi di aiuto e quindi la continuità dei programmi di garanzia;
- si chiede inoltre di "creare le necessarie condizioni in collaborazione con le rispettive autorità nazionali di sorveglianza al fine di portare a 0% la ponderazione dei requisiti di fondi propri per la parte di garanzia controgarantita dalle autorità nazionali";
- si raccomanda infine di allargare le destinazioni ammesse per i programmi di credito garantito, includendo il finanziamento del circolante e in genere i prestiti a breve termine.
Luca
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