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mercoledì 3 dicembre 2008

Convegno Confidi ER Servizi: la cronaca (e il piano di sostegno creditizio della Regione Emilia-Romagna)



Torno da una intensa giornata di studio sui confidi, ovvero dal convegno di Confidi Emilia-Romagna Servizi annunciato qui. Una sala piena di persone molto attente. Ottavio Righini, presidente di Cofiter, ha introdotto i lavori. Ho fatto il primo intervento sul TAEG del credito garantito. Finalmente un argomento tecnico e non il solito dialogo dei massimi sistemi. Ho illustrato come calcolare il tasso di rendimento implicito sull'aggregazione dei flussi contrattuali originati dal prestito e dalla garanzia. In particolare ho trattato l'effetto delle clausole di partecipazione al rischio previste dalle convenzioni in uso: i depositi cauzionali che talora sono aggredibili in caso di default del confidi, ed equivalgono in tal caso a passività subordinate sottoscritte dall'impresa; gli apporti a fondi rischi collettivi, restituiti al netto del tasso di perdita cumulativo sul pool, che sono delle credit linked notes sottoscritte dall'impresa; e infine la sottoscrizione di quote associative, che sono apporti al patrimonio di base effettuati dall'impresa. Ho mostrato come il TAEG sia aleatorio in presenza di fondi rischi collettivi e, in tutti i casi, nella sciagurata eventualità di default del confidi. I depositi cauzionali fanno diventare il prestito garantito un mix di debito e investimenti di tesoreria: non è facile apprezzarne il TAEG, e per farlo correttamente bisogna attribuire un tasso figurativo equo al deposito (quello di un'obbligazione subordinata, ad esempio); si possono in tal caso ottenere valori di TAEG piuttosto pesanti. Ho concluso che la trasparenza del costo è un must per i confidi. [PS 21/1/09: Potete scaricare qui il paper ricavato dalla sbobinatura del mio intervento].
Livio Tempesta, risk manager del gruppo Banca popolare dell'Emilia Romagna, ha presentato un'analisi dell'impatto delle garanzie sul costo equo del credito, condotta su dati reali del suo gruppo (i confidi garantiscono circa il 22% delle pratiche small business e retail imprese della BpER). Ha confermato che il confidi è più desiderabile dalla banca sulle classi di maggiore rischio.
Lorenzo Gai ha presentato il modello di bilancio previsionale dei confidi che ha sviluppato su casi concreti di enti che stanno preparando la domanda di iscrizione a 107. Al centro del modello si trova un algoritmo di pricing sostenibile, differenziato per linee di attività, e un impianto contabile che assume l'appostazione ex ante delle perdite attese. Tutti concetti il linea con le best practice e molto innovativi per il settore.
Prima di pranzo, il convegno ha ospitato una conferenza stampa dell'Assessore regionale all'industria Duccio Campagnoli, che ha annunciato un'azione congiunta di Regione, Unioncamere, ABI regionale e confidi tesa ad assicurare un plafond di credito a breve garantito dai confidi per almeno il 30% e prezzato (prima del costo della garanzia) non più di Euribor+1,5%. La cosa funziona per l'adesione volontaria delle banche, che pare non sia mancata. I destinatari elettivi sono i fornitori di gruppi industriali in crisi e le Pmi che fanno ricorso alla Cassa integrazione ordinaria.
Durante il pranzo (ottimo buffet) ho approfittato per quattro chiacchiere e qualche aggiornamento con amiche e amici presenti. Nel pomeriggio Alessandro Simonini, consulente di Confidi ER Servizi, ha sviscerato i meccanismi di formazione del costo equo del credito garantito nelle sue varie fattispecie (garanzia personale, tranched cover, filiera di controgaranzia), e ha perorato la causa del pricing differenziato.
Emanuel Danieli, direttore di Fidindustria, ha testimonato che il pricing fatto oggi dalla sua rete di confidi industriali è ancora improntato ad un logica di costo calmierato e non troppo differente tra imprese. I costi delle perdite attese non sono tradizionalmente imputati al prezzo, ma sono piuttosto le perdite realizzate ad essere coperte con utilizzi di fondi rischi a prevalente apporto pubblico. I futuri 107 devono però andare obbligatoriamente nella direzione indicata dai modelli teorici illustrati da Tempesta, Gai e Simonini. In parallelo, i confidi devono fare, con le banche, uno sforzo di sistema per razionalizzare e uniformare la contrattualistica e le convenzioni. Condivido al 100%.
C'è stato anche il tempo per qualche domanda, seguita dal cordiale arrivederci di Patrizia Frabetti, coordinatrice di Confidi Servizi.
Tra pochi giorni comincia il Motor Show, e dalla vicina Fiera, uscendo dal Convegno, ne sentivo il rombo. La mia rombante smefinmobile mi ha fedelmente riaccompagnato a casa in poco più di due ore.

Luca

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2 commenti:

bartolo ha detto...

Caro Luca ho ricevuto i tuoi saluti, purtroppo impegni vari mi hanno trattenuto qui. Non mi avrebbe sicuramente fatto male risentire le tue raccomandazioni in tema di pricing, ma ti assicuro che io e i miei collaboratori abbiamo fatto veramente tesoro delle tue indicazioni. Grave problema: le banche, al momento, non ci collaborano affatto! Spero nella rivisitazione della convenzione con il Banco di Sicilia, ovviamente di impronta Unicredit, per fare da traino nei riguardi delle altre banche. Fissiamo un plafond, prestabiliamo il livello di rischio da assumere facendo riferimento alla scala di rating della banca, differenziamo le commissioni confidi e gli spread bancari in base ai rating assegnati a ciascuna azienda e, soprattutto, fissiamo un "cap" riferito al vero rischio assunto, da incassare a titolo definitivo dall'azienda. E sinceramente, anche se non si tratta di una vera "tranched" al momento mi accontenterei lo stesso. Grazie sempre per i consigli che vorrai darmi. Saluti.

Luca ha detto...

Caro Bartolo, apprezzo molto la trasparenza del nuovo schema di convenzione che hai illustrato qui sopra. Adesso sai qual è il problema, secondo me? Affiancare le imprese, aiutarle a fare ordine nel loro bilancio e riaccompagnarle in banca. Le banche al momento sono per lo più restie ad andarsi a cercare i rischi. E' un lavoro più sulle persone che sui numeri. A presto.