Onore al titolista del quotidiano il Tempo, che ha voluto fare un primo sommario punto sull'applicazione della moratoria (rectius, avviso comune) banche-imprese:
Blocca rate snobbato. La crisi non c'èOggi, sul fronte del fare notizia, "la crisi, aiuto!" cede talora il passo a "la crisi, che barba. Ma dov'è?".
[...] I primi numeri disponibili sulla corsa allo stop delle rate però danno una percezione diversa dell'effettivo stato di salute finanziaria delle aziende italiane. Un'indicazione è arrivata ieri dall'amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, che a Cernobbio nel corso dei lavori del Workshop Ambrosetti ha spiegato che «più di mille aziende hanno fatto richiesta» ad Intesa Sanpaolo per ottenere una moratoria sui crediti vantati dalla banca nei loro confronti. Una buona notizia sicuramente per le mille imprese che hanno ottenuto il necessario ossigeno per non chiudere i battenti. Ma che stride con l'evidente sproporzione con il parco clienti vantato dallo stesso istituto.
Segnalo ai commentatori che i piani di riequilibrio finanziario, come la vittoria, avanzano con il passo della fanteria. Il galoppo, in finanza, è andatura buona soltanto per fughe disperate. Specialmente quando la comunità migrante è numerosissima. Ma lo stesso articolo fornisce una spiegazione più confortante dell'avvio in sordina della moratoria:
O ancora spiega ancora un banchiere a Il Tempo il segno che chi aveva veramente bisogno di ossigeno, in banca, si è recato in tempi non sospetti. Cioè prima di accordi, carte bollate e discussioni tra le parti sociali.
Luca
1 commento:
Se ci si riferisce all'accordo di Agosto oggi, forse, è un po troppo presto per fare valutazioni.
Non bisogna poi sottovalutare la possibilità che i vincoli all'accesso siano troppo forti, tali da permettre l'accesso solo a chi potrebbe farne a meno.
Non è che dopo le 'scudisciate' di Tremonti il sistema (bancario) si prepari ad affermare che ciò che manca è la domanda e non l'offerta?
Qualcuno asseriva che a pensar male si fa peccato ma spesso non si sbaglia.
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