Dal Sole 24 ore il resoconto dell'audizione di Emma Marcegaglia alla Commissione attività produttive della Camera, da cui cito:
Per Marcegaglia, inoltre, sarebbe opportuno «garantire in via automatica e immediata la deducibilità fiscale delle perdite su crediti» quando si ricorre agli strumenti concordati per le crisi d'impresa. Confindustria chiede, dunque, di allentare, per un periodo di 18 mesi, i vincoli che frenano le banche nel concedere finanziamenti alle Pmi. È necessario, ha detto il presidente degli industriali «rendere meno stringenti i vincoli patrimoniali e consentire alle banche di effettuare minori accantonamenti, a fronte di credito erogato alle piccole e medie imprese». L'obiettivo della proposta, ha aggiunto la Marcegaglia, «non è rinunciare alla valutazione del rischio del credito, ma diluire gli effetti della stessa valutazione». L'allentamento dei vincoli per le banche, tuttavia, «si deve riflettere integralmente su una maggiore erogazione di credito».Confindustria rilancia la presa di posizione concertata a livello europeo con la consorella tedesca.
Comunque su Basilea2 serve «una rinegoziazione». Si tratta di un «obiettivo di medio-lungo termine - ha detto Emma Marcegaglia - perché è una cosa che va studiata e valutata a livello europeo. La rinegoziazione potrebbe stabilire che quando le cose vanno bene i coefficienti di patrimonializzazione potrebbero essere più alti, per abbassarli in tempi di crisi». In attesa della rinegoziazione, un allentamento dei vincoli per 18 mesi, dedicato alla piccola e media impresa.
L'intenzione la apprezzo, ma non sono sicuro che le banche standard siano frenate oggi dall'obbligo di accantonare il 6% di patrimonio di vigilanza totale a fronte di un prestito Pmi retail, quando il core solvency ratio "non scritto" (ma guardato dagli investitori) è su livelli spesso più alti. E le bahce IRB? Come stanno adattando i loro rating interni e i conseguenti assorbimenti patrimoniali minimi? Stanno accantonando più delle banche standard? Aspettiamo i prossimi bollettini Banca d'Italia per capirne qualcosa di più.
Per ridurre gli assorbimenti può giovare una composizione equa e veloce delle posizioni di crisi irreversibile; naturalmente, anche favorendo l'emersione delle rettifiche per deterioramento con la più ampia deducibilità si fa pulizia e si riduce l'assorbimento (il capital ratio sulle esposizioni scadute di una banca standard scende dal 12% all'8% quando le svalutazioni superano il 20% dell'esposizione passata a default).
Ragionando su questi temi, non posso però far tacere un retropensiero: le sofferenze sul credito alle Pmi potrebbero avere in Italia un impatto sistemico? In caso affermativo, che fare per provvedere in tempo?
Luca
9 commenti:
Oggi una banca Irb con clientela corporate con rischosità media (PD) superiore al 2,66% (equivalente a ponderazione 100%) e' sfavorita rispetto ad una banca standard. Essa non avrebbe avuto convenienza a chiedere di diventare Irb. Credete che abbiano fatto questo ragionamento prima di decidere? Io credo di no ed abbiano deciso "per prestigio" di fare il passo verso l'Irb.
Esatto!
Perdonate l'ingenuità, ma mi è sorta una domanda: non è che la presa di posizione di Confindustria allude implicitamente alle difficoltà dei prenditori large corporate, che devono fare i conti con il peggioramento del loro rating (esterno e interno) nei rapporti con le banche maggiori? Lì c'è stato sicuramente un effetto prociclico sugli assorbimenti patrimoniali, sebbene i rating abbiano in diversi casi recuperato rispetto all'apice della crisi.
CONFINDUSTRIA CON QUESTO INTERVENTO, ED ALTRI EFFETTUATI NEGLI ULTIMI MESI, A MIO AVVISO PERICOLOSISSIMI DA UN PUNTO DI VISTA DELLA STABILITA' FINANZIARIA DEL SISTEMA IN TERMINI PROSPETTICI, HA IN MENTE SOLO LA GRANDE IMPRESA. CONFINDUSTRIA "TRASCURANDO" IL FATTO CHE A PARTIRE DAL 15 MAGGIO LE GARANZIE DEL FONDO DI GARANZIA RILASCIATE ALLE BANCHE SULLE ESPOSIZIONI VERSO LE PMI COMPORTANO SUL PIANO DEL CAPITALE PONDERATO PER IL RISCHIO UN ACCANTONAMENTO PARI A ZERO E' EVIDENTE CHE LANCIA APPELLI A FAVORE DELLA GRANDE IMPRESA CHE SE NON RICORDO MALE RAPPRESENTA MENO DELL'1% DELLE IMPRESE ITALIANE.
Luca, concordo in pieno con la tua analisi. Mi sembra un modo per fare un po' di propaganda a buon mercato.
Ho letto l'intervento e la Marcegaglia propone una sorta di "moratoria" per 9 o 18 mesi per gli accantonamenti di vigilanza per i crediti a PMI o, in alternativa, un allentamento sempre per un periodo limitato.
Non credo che l'obiettivo sia la grande impresa perchè nell'intervento si parla sempre e solo di PMI.
Il problema è che l'allentamento delle regole è in contraddizione con tutto quello che si scrive in giro in merito alla necessità di una forte capitalizzazione delle banche. Non posso auspicare la capitalizzazione e poi allentare i vincoli patrimoniali. Con il nuovo capitale le banche allora che ci fanno? Pagano i bonus?
Claudio, come sta andando il processo di autorizzazione dei 107. Da gennaio nessuna nuova autorizzazione? Quali difficoltà ci sono?
Da quel che so direttamente (per i confidi che assisto) e indirettamente (per gli altri) il processo di iscrizione all'istanza e un po' più complesso. Sono arrivate da BI lettere di richieste di integrazione molto articolate e anche con qualche richiesta "inattesa".
Bisogna armarsi di pazienza e lavorare.
Abbiamo da un lato una platea di pochissimi Confidi potenzialmente 107 che hanno noti problemi (carenza di patrimonio, struttura organizzativa, eccessivi costi fissi,...), dall'altro una platea di tantissimi Confidi 106 con patrimoni ai minimi termini e con strutture organizzative che non permettono, soprattutto verso le Banche piu' grandi, il rinnovo delle Convenzioni con il rilascio della garanzia a prima richiesta (oggi moltissime strutture 106 hanno ferme da diversi mesi le convenzioni perche' non riescono a garantire una copertura a prima richiesta). Allora, visto il il nostro sistema delle Garanzie, la normativa di Basilea 2, la crisi in atto e la struttura bancaria italiana, da ignorante della materia, vi chiedo "non è il caso di proporre qualcosa di serio e importante che sia veramente utile alle PMI per favorire l'accesso al credito? il nostro sistema Banca_Confidi_impresa non è completamente fuori ogni schema normativo?"....grazie
Marco: grazie dell'analisi molto lucida. E' già moltissimo essersi convinti, come nel tuo caso, che serve un cambiamento. Invece nel dibattito politico domina ancora la retorica del confidi che va come la Fiat Panda della barzelletta (la vettura preferita dagli automobilisti devoti). Gli operatori in prima linea (nei confidi) sanno che la realtà non è così rosea. Ma questa consapevolezza non ha ancora partorito un nuovo modello operativo.
Io qualche idea sul confidi 2010 ce l'avrei ... Non è vero, non ho ricette da "pronto in tavola". Però, ripeto, guardare in faccia la realtà è già molto, e ancora di più domandarsi "come aiutare le imprese in questa situazione?". Poi si fanno i conti con le risorse che ci sono e quelle da trovare, ma almeno si comincia a lavorare subito di cervello e di braccia.
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