Il Gruppo dei governatori di banche centrali e dei capi degli organi di vigilanza bancaria, riunito ieri a Basilea in rappresentanza di 27 paesi, ha raggiunto un accordo sulle linee guida delle "nuove regole" dell'intermediazione finanziaria da molti invocate come cura risolutiva contro la crisi finanziaria globale.
Nel comunicato, il presidente del "Gruppo" Jean Claude Trichet ha sottolineato l'importanza dell'accordo raggiunto, che fissa i nuovi principi della regolamentazione e della vigilanza sulle banche a livello globale. Secondo il presidente del Comitato di Basilea, Nout Wellink, il passo in avanti consiste nella posa in opera di uno strato "macro-prudenziale", che consisterà principalmente di un tampone di riserve patrimoniali anticicliche e di procedure per gestire le crisi di banche "sistemiche" e interconnesse.
Le principali misure delineate sono le seguenti:
- aumentare la qualità, coerenza e trasparenza del patrimonio di base (Tier 1) che dovrà essere composto in misura predominante da azioni ordinarie e riserve di utili;
- introdurre un leverage ratio sull'attivo non ponderato per il rischio come misura aggiuntiva rispetto ai requisiti basati sul rischio di Basilea II, con possibile sua inclusione nei requisiti di Primo Pilastro;
- introdurre a livello globale un requisito minimo per il rischio di liquidità nella forma di un coefficiente minimo di copertura in caso di stress supportato da un coefficiente strutturale di liquidità a più lungo termine;
- introdurre uno schema per riserve patrimoniali tampone in aggiunta ai requisiti minimi, in chiave anti-ciclica (oltre a regole anticipatrici per accantonare a fondi rischi date le perdite attese, alla moda spagnola);
- formulare raccomandazioni per ridurre il rischio sistemico associato alla gestione delle crisi di banche cross-border.
I supervisori auspicano per il futuro un sistema meno indebitato, più liquido, meno concentrato, meno interconnesso, più preveggente, insomma più capace di farsi trovare pronto, robusto ed elastico, dalle crisi prossime venture. Molto diverso dal sistema che la crisi lascia in eredità. Quanto ci vorrà per arrivare alla nuova destinazione? E chi ci metterà le risorse private? Azionisti e manager meno avidi?
Il Comitato di Basilea è cauto sui tempi di attuazione delle nuove misure. Promette di stilare proposte concrete entro fine 2009, di svolgere uno studio di impatto a inizio 2010, per poi calibrare i nuovi requisiti per fine 2010. Il piano di attuazione sarà modulato per non ostacolare la ripresa dell'economia economia reale.
Già, perché le nuove misure sono rivolte ad un mondo in piena salute che intende scongiurare una nuova crisi. Un mondo diverso e lontano da quello che abbiamo davanti agli occhi, dove l'economia reale chiede di allentare i requisiti di capitale, le risorse liquide le mettono le banche centrali, il capitale lo mettono gli Stati a disastro avvenuto, soci e manager non rinunciano ai buoni guadagni.
Luca
Nessun commento:
Posta un commento