Sono fuori città fino a domenica per un impegno, e ho poco tempo per postare, ma il dibattito su aleablog ferve: andate a leggere, se non l'avete fatto, i commenti a questo recente blog sul Fondo regionale del Piemonte. Luca
abbiamo avuto modo di fare qualche riflessione nei giorni scorsi. l'analisi ci ha portati a identificare, rispetto alla difficoltà di rapporto banca/mpi, due fattori chiave: - carenza di liquidità nel sistema bancario - clima di sfiducia generale (quindi anche nel sistema bancario); sul primo fronte mi pare che il modello del tremonti bond possa essere efficace con alcuni accorgimenti quali: - tasso da adeguare al mercato per consentire impieghi non in perdita; - monitoraggio stretto con verifiche ex-post di quanti nuovi impieghi hanno favorito i bond, con facoltà di sanzione in caso di mancato utilizzo; sul fronte del clima di sfiducia l'esperienza quotidiana ci racconta di quanto maggiore sforzo relazionale sia oggi necessario per portare la domanda di credito a erogazione. nell'attività tipica del confidi la mole annua di 5.000 richieste da gestire sarebbe oggi gestita al meglio con almeno 25/30.000 ore uomo qualificate in più. dovrebbe cioè essere possibile poter spendere una certa quantità di ore presso il cliente per comprendere al meglio le dinamiche aziendali, elaborare le informazioni e formalizzarle al meglio, sostenere la richiesta con la garanzia e presentarla alla banca con un adeguato livello di presentazione e confronto. vale a dire un maggiore consumo di risorse uomo per pratica di almeno 5/6 ore. allora una possibile soluzione potrebbe essere rappresentata da soluzioni che possano consentire ai confidi di erogare garanzie di maggiore intensità e, contemporaneamente di poter consentire a queste stesse strutture di poter disporre di maggiori risorse senza dover ricaricarne il costo tutto sulla clientela. si tratterebbe di un mega progetto che passerebbe per un livello nazionale (bond), regionale (potenziamento garanzie), e territoriale (associazioni / confidi / centri di formazione universitari), uniti con lo sforzo comune di cogliere l'occasione della crisi per alzare verso l'alto l'asticella della competitività del paese. ho persino il sospetto che una cosa del genere non costi nemmeno tantissimo.
In questa direzione va la proposta del business point che ho fatto qualche giorno fa sul blog: squadre di laureandi a disposizione delle associazioni d'impresa per supportare le Pmi nell'analisi della loro situazione finanziaria e nei rapporti con le banche. Stiamo andando avanti, spero di partire in marzo.
2 commenti:
abbiamo avuto modo di fare qualche riflessione nei giorni scorsi.
l'analisi ci ha portati a identificare, rispetto alla difficoltà di rapporto banca/mpi, due fattori chiave:
- carenza di liquidità nel sistema bancario
- clima di sfiducia generale (quindi anche nel sistema bancario);
sul primo fronte mi pare che il modello del tremonti bond possa essere efficace con alcuni accorgimenti quali:
- tasso da adeguare al mercato per consentire impieghi non in perdita;
- monitoraggio stretto con verifiche ex-post di quanti nuovi impieghi hanno favorito i bond, con facoltà di sanzione in caso di mancato utilizzo;
sul fronte del clima di sfiducia l'esperienza quotidiana ci racconta di quanto maggiore sforzo relazionale sia oggi necessario per portare la domanda di credito a erogazione.
nell'attività tipica del confidi la mole annua di 5.000 richieste da gestire sarebbe oggi gestita al meglio con almeno 25/30.000 ore uomo qualificate in più.
dovrebbe cioè essere possibile poter spendere una certa quantità di ore presso il cliente per comprendere al meglio le dinamiche aziendali, elaborare le informazioni e formalizzarle al meglio, sostenere la richiesta con la garanzia e presentarla alla banca con un adeguato livello di presentazione e confronto.
vale a dire un maggiore consumo di risorse uomo per pratica di almeno 5/6 ore.
allora una possibile soluzione potrebbe essere rappresentata da soluzioni che possano consentire ai confidi di erogare garanzie di maggiore intensità e, contemporaneamente di poter consentire a queste stesse strutture di poter disporre di maggiori risorse senza dover ricaricarne il costo tutto sulla clientela.
si tratterebbe di un mega progetto che passerebbe per un livello nazionale (bond), regionale (potenziamento garanzie), e territoriale (associazioni / confidi / centri di formazione universitari), uniti con lo sforzo comune di cogliere l'occasione della crisi per alzare verso l'alto l'asticella della competitività del paese.
ho persino il sospetto che una cosa del genere non costi nemmeno tantissimo.
In questa direzione va la proposta del business point che ho fatto qualche giorno fa sul blog: squadre di laureandi a disposizione delle associazioni d'impresa per supportare le Pmi nell'analisi della loro situazione finanziaria e nei rapporti con le banche. Stiamo andando avanti, spero di partire in marzo.
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