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venerdì 27 febbraio 2009

L'entusiasmo per i corporate bonds: buona o cattiva notizia?



Come riferisce il Sole 24 ore di oggi (articolo di Morya Longo in prima), gli investitori stanno correndo a investire in corporate bond. E' clamoroso l'importo emesso da Roche, gruppo farmaceutico svizzero, (vedi Bloomberg): $31md, per finanziare una parte della scalata ostile alla Genentech di San Francisco da $42,1md. La domanda dei nuovi bonds - $50md - ha ampiamente superato l'offerta.
Sul secondario, lo spread sul tasso dei treasuries chiesto dagli investitori per i bonds Roche scadenza 2013 si è ridotto di 30,5 basis points a 249. Lo stesso spread sui bonds 2016 bonds è sceso di 19,8 basis points a 279 mentre per le notes scadenza 2021 si è ristretto di 22,6 basis points a 338 ieri. Sono scesi anche gli spread sui credit default swap Roche, che ha un rating AA1 Moody's e AA- S&P.
Sento puzza di bolla settoriale, gonfiata da chi scommette sulla discesa dei credit spread rispetto ai livelli da panico di fine 2008 (i farmaci sono non cyclical consumer goods, meno esposti alla recessione). Però le azioni della società farmaceutica non andavano altrettanto bene, tanto che nei giorni delle maxi-emissioni hanno perso quasi il 10%. Strano. Allora è probabile che ci siano anche forti arbitraggi sulla sottovalutazione relativa dei bonds (e dei CDS) rispetto alle azioni: compro il credito e copro il rischio di impresa vendendo le azioni. Sono ancora loro, gli spigolatori dell'absolute return, erano 300, giovani e forti; i sopravvissuti sono tornati a cercare gloria. Forse mi sbaglio, ma la finanza pesudo-scientifica degli hedge funds muove ancora tanti quattrini. Mandiamoli tutti su un'isola greca a mungere le capre e disintossicarsi. "Ma cosa dici? Il loro contributo alla liquidità, la correzione delle imperfezioni del mercato, bla bla bla ..." Mi dispiace, non ci credo più.
Buona accoglienza anche per il bond Generali che sarà prezzato oggi (il mercato stima "solo" €750mn a uno spread sui tassi IRS dell'1,95% per rating A+). Sul secondario, i bond Finmeccanica emessi in dicembre con spread sull'IRS di 4,75% oggi sono trattati a 3,60%.
Cerchiamo di leggere anche un dato positivo nel calo degli spread sul rischio di credito delle imprese, segno non soltanto di correnti di trading, ma anche di una visione selettiva degli investitori stabili, preoccupati dell'ondata di emissioni da banche non ancora sanate e governi che le stanno generosamente aiutando.

Luca

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1 commento:

sapio ha detto...

D'accordissimo