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giovedì 23 febbraio 2012

XBRL Italia: avanti col tavolo Banche-Confidi

Ieri ho partecipato via telefono ad un incontro di lavoro svoltosi a Roma tra rappresentanti di AssoConfidi, ABI e XBRL Italia sul tema dello scambio di flussi informativi tra banche e confidi.
Sergio Mattiuz ha fatto per la "nostra" associazione XBRL Italia un'ottimo lavoro di ricognizione delle esigenze e dello stato dei progetti in ambito AssoConfidi.
Per ricostruire in maniera super partes la natura del problema cito alcuni passaggi dalla relazione di Corrado Baldinelli (Banca d'Italia) alla Convention Fedart Fidi dell'ottobre scorso (pagg. 5-6).
Aspetto rilevante ai fini di una corretta evidenza della reale anomalia delle garanzie concesse da un confidi è la tempestiva percezione del deterioramento della qualità del credito. Per il confidi l’acquisizione di informazioni sul conto del cliente si concentra nella fase istruttoria, svolta a supporto della decisione concessoria. Il confidi dispone del flusso informativo di Centrale dei Rischi, che tuttavia non sempre viene appieno  valorizzato.  Si registrano ampie vischiosità a utilizzare in modo intensivo lo strumentario tipico degli intermediari finanziari, estraneo tuttora alla cultura aziendale, sovente permeata di diffuse connotazioni amministrative e associative. La generalità delle convenzioni fra confidi e banche contempla che la banca garantita sia tenuta a informare tempestivamente il confidi in ordine all’eventuale cambiamento di stato della posizione. Tale previsione, non infrequentemente  disattesa, in alcuni casi non è adeguatamente presidiata, giacché dall’omissione informativa non discendono direttamente effetti economici o limitazioni all’efficacia della garanzia. Per aggiornare la classificazione della clientela, i confidi ricorrono a canali informativi vari: 
  • accesso telematico diretto alle informazioni della banca (anagrafica e rischi) relative alle posizioni di credito garantite,  con possibilità di estrazioni  di liste attraverso semplici interrogazioni; 
  • invio periodico (in genere mensile) di un supporto magnetico (database excel su cd) contenente le informazioni sullo stato delle posizioni; 
  • comunicazione mensile, mediante tabulati cartacei, dei cambiamenti di stato dei rapporti garantiti (passaggio alle varie categorie di anomalia). 
Nel complesso le soluzioni adottate non risultano pienamente efficaci sia per le  omissioni e i ritardi nelle comunicazioni dirette, sia per una difettosa gestione delle informazioni ricevute.  Si registrano sovente, su questo delicato aspetto, un mancato  coinvolgimento degli organi aziendali dei confidi e un basso livello di formalizzazione che connota le intese fra confidi e banche; assunti sovente a livello operativo, alcuni di questi accordi non sempre responsabilizzano adeguatamente le strutture delle banche coinvolte. Per quanto concerne la gestione delle informazioni da parte dei  confidi, non risultano disponibili strumenti idonei alla lavorazione integrata dei dati,  neanche con riferimento a quelli acquisiti in via digitale (liste estratte dai portali e database excel).  I database ricavabili dai portali telematici non sono fra loro compatibili a causa della diversa strutturazione degli archivi dai quali sono ricavati; accade altresì che i processi aggregativi che interessano le banche determinino che lo stesso cliente sia riportato con anagrafiche differenti. Si avverte la necessità di più incisive iniziative dei confidi e delle stesse banche in materia di monitoraggio del rischio, tali da facilitare per i primi l’attivazione di un’autonoma politica di segmentazione del portafoglio dei crediti di firma. Oggettive difficoltà in tale direzione derivano dalla sostanziale dipendenza dei confidi dal sistema bancario, per quanto riguarda sia contenuti e modalità delle informazioni sull’andamento dei rapporti, sia l’accertamento  dell’eventuale stato d’insolvenza del debitore (e della sua irreversibilità o temporaneità). Ulteriori difficoltà afferiscono alla strumentazione necessaria per rendere lavorabili le informazioni e automatizzare il caricamento di dati esterni sul sistema informativo. 
La diagnosi di Banca d'Italia è chiarissima. A prescindere dalle sollecitazioni della Vigilanza, molti confidi 107 (e 106) sentono l'urgenza di fare dei passi avanti, e di farlo in modo coordinato con il sistema bancario. mettendo a fattor comune le energie e le esperienze maturate nelle diverse realtà settoriali. Questo interesse fattivo è emerso molto chiaramente nella riunione di ieri, e questo mi ha fatto molto piacere. Sono contento che XBRL Italia abbia favorito l'incontro tra le associazioni dei confidi e l'ABI.

Dovrebbe quindi partire presto un gruppo di lavoro incaricato di definire un modello di dati unico che rappresenti le necessità informative per i Confidi finalizzato in prima istanza a:
  1. Soddisfare necessità di gestione e monitoraggio dei rischi 
  2. Soddisfare necessità di vigilanza 
In seconda istanza, si dovrebbe sviluppare un progetto che indichi le modalità, gli strumenti, l’organizzazione, le tempistiche, le competenze e le risorse per la realizzazione di una o più soluzioni/piattaforme che consenta l’alimentazione, l’aggiornamento e la gestione del flusso di informazioni tra banche e confidi.
E' auspicato un ampio coinvolgimento degli stakeholders all’iniziativa (associazioni di categoria, sistema bancario, sistema confidi, Banca d’Italia, fornitori di servizio e tecnologia, consulenza legale/organizzativa, ecc). Lo scopo principale è quello di definire i contenuti informativi e le modalità di scambio in formati standard, ma lo si vuole fare con un approccio molto pratico, sul quale possano subito lavorare i diversi provider di servizi informatici (non ci sono preferenze o preclusioni al riguardo).
Dal verbale della riunione uscirà un'agenda molto operativa (tutti lo hanno raccomandato). Appena sarà disponibile la farò conoscere su aleablog.
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7 commenti:

enrico ha detto...

bene, vedo che la cosa evolve. Luca ... anche se oggi tu non lo vedi o (forse) non lo vedi più e né si riesce a capire ... indovina quale confidi c'è dietro questa iniziativa ?
Detto ciò, magari non serve perché l'avrai già capito, ma ti racconto il fine che ci ha guidato, che è l'eliminazione del lavoro manuale dell'uomo, in favore di un aggiornamento costante econtinuo delle cifre che avvenga attraverso lo scambio di flussi informatici, allo scopo di permettere di raggiungere (tra vari altri obiettivi importanti, ma di minor rilievo) il miglior uso possibile del patrimonio di vigilanaza, che a nostro avviso dovrebbe essere rappresentato da questa affermazione: non un euro in più (che tanto non ci sono), non un euro in meno (che sarebbe una violazione delle regole), ma esattamente tanti euro quanto in quel momento servono.

Beppe ha detto...

Anche in un lavoro tecnico assolutamente necessario e serio.... qualcuno ha sentito il bisogno di fare dietrologia ambigua e ammiccante...
Si e' persa una buona occasione per tacere e far risaltare finalmente ed esclusivamente la to do list.....

Anonimo ha detto...

@Enrico: non ho elencato i contributi tecnici da cui siamo partiti per non far torto a nessuno. Alla riunione erano rappresentate tutte le associazioni dei confidi. Il problema è avvertito da tutti. Faremo tesoro delle esperienze pregresse, compresa quella alla quale avete contribuito come confidi.

enrico ha detto...

Se il commento del sig. Beppe è riferito a me, mi scuso con lui, ma non intendevo urtare la sensisibilità di nessuno.
Intendevo solo raccontare a Luca che questa idea parte da lontano (noi abbiamo cominciato a lavorarci nel 2008) e magari non è nostra la paternità (anche se non ho sentito molte rivendicazioni in giro, ma non è questo il punto), ma sono certo di quello che dico se dico che, in un certo ambito, siamo stati i soli a dargli l'impulso che potevamo (poi doveva giocoforza intervenire qualcun e qualcos'altro).
E' passato molto più di un anno da quando un ns. ing. ha sviluppato i tracciati record che poi sono stati distribuiti e, da quanto ne so, c'è qualcuno (noi compresi, anche se abbiamo rallentato per tutti i casini delle normative di vigilanza da implementare) che sta facendo dei test.
Mi rammarica il fatto che (purtroppo, dopo anni di chiacchiere) non si è ancora arrivati da nessuna parte e quindi (questo intendevo dire) sapere che è stato coinvolto il Prof. Erzegovesi mi dava un senso di speranza in più.
Quando l'idea iniziale sarà completamente realizzata ed operativa, avremo liberato così tante risorse che sarà estremamente utile riconvertire in attività molto più produttive ed a valore aggiunto.

Gigi ha detto...

Provoco: non è che nei confidi c'è un neoluddismo familista che lotta contro le nuove tecnologie? Se si elimina lavoro non si hanno più posti per sistemare amici e parenti. Invece il lavoro potrebbe essere meglio applicato in attività di maggiore valore aggiunto, ma si sa, il valore sta nel sistemare il figlio ed il cugino e non nel servire le imprese.
Confidi discolpatevi! (almeno i 107)
L'unico modo che avete è dimostrare una seria volontà di standardizzazione. Il resto sono convegni, e inutili tavoli di lavoro e parole. Lavoro (e strumenti) per falegnami insomma. Null'altro.

enrico ha detto...

@Gigi ... mah ! che ti devo dire ... potrebbe anche essere. Questo però non giustifica l'uso di 'carta, penna e calamaio' nell'era delle tecnologie. Posso anche assumere l'amico dell'amico (o il figlio di tizio-banca, o il nipote di caio-politico o ecc. ecc.) ma questo non vuol dire che lo debba mettere a controllare la conformità di una fotocopia all'originale !

Gigi ha detto...

D'accordo con Enrico, le due cose non si escludono, ma di certo il familismo/clientelismo aziendale non si può dire che sia correlato positivamente con l'efficienza.
Certo, se negli scorsi anni tanti tavoli prettamente politici finalizzati alla resistenza al cambiamento si fossero evitati e qualche tavolo tecnico avesse prodotto qualcosa di veramente funzionante forse non saremmo bloccati su un tracciato o su un record mancante. Sono passati quasi dieci anni dalla legge quadro, il tempo di un mutuo ipotecario, un tempo biblico e siamo ancora qui a capire come valorizzare la garanzia di un 107 o come scambiarsi i flussi per il controllo dell'andamentale.
Confidi&Associazioni rischiano di essere il freno anziché il motore del cambiamento. A volte mi chiedo se rappresentano veramente le imprese associate (vero motore dell'economia) o se sono solo l'ultimo baluardo dello status quo insieme ai sindacati. Se è così forse bisogna ripensare tutto il sistema della rappresentanza, sia quello datoriale che quello del lavoro. Insieme a quello politico ormai rappresentano solo se stessi in un universo parallelo completamente separato dalla realtà del Paese.