John Bogle ha trasferito dalla teoria al mercato gli index funds, ovvero una forma di investimento azionario "passiva" basata sulla replica di indici di Borsa, che ha il suo fondamento teorico nella teoria classica di portafoglio (CAPM e ipotesi di mercato efficiente). Il vantaggio degli index funds è la standardizzazione e il basso costo di gestione; con questa formula il piccolo investitore coglie le performance di medio periodo del mercato senza essere gravata del costo del trading iperattivo che non è in grado di valutare e controllare e che, nella media, taglia il rendimento netto che gli rimane.
Il concetto di gestione passiva a benchmark è stato sfidato dalle nuove forme di investimento dinamico degli anni novanta e duemila (hedge funds e proprietary trading) che hanno puntato a obiettivi di absolute return positivo, a prescindere dall'andamento dei mercati. Il trading sofisticato è un gioco a somma negativa dove i più abili (o più fortunati) vincono miliardi e gli altri perdono, al netto delle commissioni di gestione o di incentivo e dei costi di distribuzione. Se l'accumulo di scommesse porta il mercato sull'orlo del baratro, allora una parte delle perdite va a carico della collettività in maniera più o meno diretta. In questo mondo si sono intrufolati veri e propri truffatori (come Bernie Madoff), che hanno operato con pari dignità, perfettamente mimetizzati.
Il conflitto di interessi che si crea tra risparmiatori, intermediari e collettività è evidente. Per evitarlo, si può imparare dal modello Vanguard (cito dalla news):
Bogle aimed to solve the potential conflict for Vanguard by setting up the company as a cooperative, owned by the funds it managed. The firm doesn’t distribute profits. It lowers fees when revenue grows faster than expenses, in effect returning excess proceeds to investors.Un modello di gestione semplice (quindi verificabile), una governance di tipo mutualistico, in cui il gestore guadagna un compenso equo, l'eccedenza viene ristornata per abbattere i costi del servizio. E' una scelta di valore. Altri preferiscono dare massima libertà al gestore, e lasciare che i suoi compensi (e i profitti del suo datore di alvoro) seguano le performance, fino a livelli stellari. Anche questa è una scelta di valore.
Dovendo decidere sulla riforma del sistema finanziario, a chi dare ascolto?
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