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giovedì 19 febbraio 2009

Piano di risanamento per la Banca popolare di garanzia



Su MF di ieri si parla di un incontro presso la Banca d'Italia di Venezia nel quale si è discusso della situazione non rosea della Banca popolare di garanzia, l'intermediario nato dalla trasformazione di Interconfidi Nordest, il confidi padovano di area Confindustria. Il CdA dell'istituto, presieduto da Rosario Bonavoglia, ex dirigente della Banca d'Italia, ha ritirato le deleghe all'Amministratore delegato Giampalo Molon, già direttore generale di Interconfidi NE. La gestione 2007 aveva chiuso con una perdita di €3,4mn, che è aumentata nel 2008.
I nuovi vertici avranno il compito di traghettare la Banca verso un assetto più stabile in questa difficile situazione di mercato. La Popolare di garanzia era partita con un piano strategico molto ambizioso: quello di affermarsi come "banca di firma" a livello nazionale, cambiando decisamente rotta rispetto al suo passato di ente di garanzia collettiva. Probabilmente qualcosa non ha funzionato, vuoi la stima del potenziale di mercato, l'eccessiva incidenza dei costi di struttura e forse anche la qualità del credito.
Spero che l'istituto, nel quale conosco diverse persone giovani e brave, trovi presto la strada per il rilancio.

Luca
PS 20/2 Riprendo un mio commento da un precedente post in cui si discuteva del rischio insolvenza dei confidi; un commentatore misterioso (Antonio) citava il caso di Padova come emblematico dei problemi di rischio credito che altri confidi potrebbero avere. Penso che il caso della Popolare di garanzia sia atipico: è un intermediario che nasce del mondo confidi, ma molti dei suoi problemi sono nati dalla scelta strategica di differenziarsi verso un modello di banca di firma che non era chiaro e immediatamente praticabile, e che richiedeva una massa critica non facile da raggiungere. Problemi quindi di break-even prima che di sofferenze (non escludo che la pressione a fare volume abbia fatto abbassare la guardia sulla qualità del credito). Il caso della banca padovana è però un monito per i confidi che stanno affrontando la trasformazione in 107: su scala più ridotta, e con costi di struttura più bassi, potrebbe innescarsi un meccanismo analogo. Con l'aggravante di coinvolgere un maggior numero di intermediari, con impatti sistemici.

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24 commenti:

sapio ha detto...

Per rilanciare l'azienda la prima cosa da capire è quale vantaggio e quale costo subisce per essere BANCA. Non bastava diventare un 107 ?

sapio ha detto...

La crisi è stata così rapida (si era trasformata in banca da soli 2 anni) che sembra più probabile un problema di qualità del credito. In generale BdI concede le autorizzazioni a divenire banca o 107 ma dopo un paio di anno verfica le assunzioni del piano industriale con una ispezione nella quale verifica:
1) rispetto della compliance (norme, organizzazione, segnalazioni, deleghe etc)
2) applicazione degli IAS con riferimento alla contabilizzazione delle perdite incorse (con riflesso sul Patr. Vigilanza) e corretta contabilizzazione dei ricavi (spalmatura delle commissioni upfront sugli esercizi futuri con conseguente impossibilità di gonfiare i ricavi dei primi anni).
Sarebbe quanto mai opportuno capire cosa è successo per evitare che altri aspiranti 107 o banche ne ripetano gli errori.

forex ha detto...

La notizia del piano di risanamento di Banca Popolare di Garanzia mi porta a fare alcune riflessioni:
- la rapidità con cui si è manifestata la crisi di BPG è senza dubbio da correlare, in primis, ad un problema di qualità del credito e, quindi, concordo con il commentatore Sapio.
- la situazione di Padova deve suonare come un campanello di allarme per tutti quei confidi elegibili al 107; la sensazione percepita è che una buona parte del management di prima linea (direttori in primis) degli attuali confidi 106 non abbia compreso fino in fondo cosa significa essere intermediari finanziari vigilati.
Essere 107 non è una semplice etichetta; significa organizzazione, professionalità, rigido rispetto delle norme, cambiamento culturale nel modo di valutare e concedere credito.
Se questo non viene ancora oggi compreso significa che ci si esporrà al rischio di possibili situazioni analoghe con impatti sistemici non definiti.
E a nulla potranno servire proroghe e rinvii....

a b ha detto...

sarà ...
a me pare, nella lettura comparata dei bilanci 2006 e 2007 che possa avere pesato un considerevole appesantimento dei costi di gestione ...

sapio ha detto...

Il bilancio 2007 non è stato pubblicato sul sito. Io l'ho chiesto e non me lo hanno mandato. Posti per favore uno schemino affinchè tutti possano giudicare. Grazie.

a b ha detto...

margine di interesse cresce da 266 a 639
i ricavi tipi crescono da 4299 a 5987
margine intermediazione passa da 4561 a 6600
fin qui tutto ok
la gestione finanziaria segna -645 per crediti e meno 1141 per altre operazioni finanziarie
il personale cresce da 2271 a 5002
le altre spese crescono da 3115 a 4280
le rettifiche su immateriali da 113 a 412
il risultato finale si modifica da 1738 a meno 3440

sapio ha detto...

Ma il personale è raddoppiato di numero?
Le voci del Patrimonio Netto come si sono evolute.

Io ha detto...

raddoppiato

La bruna ha detto...

Triplicato

sapio ha detto...

Mandate il bilancio 2007 a Luca affinchè lo pubblichi. Un amico mi dice di aspettare il 2008 prima di giudicare.

forex ha detto...

Non ho ancora proceduto ad una disamina approfondita del bilancio e mi riservo di farlo.
Tuttavia il solo incremento dei costi di gestione non può giustificare la situazione venutasi a creare... piuttosto si tratta di capire l'entità del portafoglio crediti deteriorati e il reale impatto che questi hanno generato sul patrimonio....
Da qualunque parte la si prenda, ricordiamoci che il mestiere di un confidi o di una banca di garanzia è quello di concedere "crediti di firma", ovvero, una delle forme di credito a maggior rischio....
Saluti a tutti.

Antonio da Padova ha detto...

Aspettate ,per giudicare, che sia stato pubblicato il bilancio 2008 redatto sotto l'alta guida della Banca d'Italia.

Luca ha detto...

Grazie per il contributo informativo e di giudizio. Aspetterei la pubblicazione del bilancio per gli approfondimenti.

il renudo ha detto...

ecco - il re e' nudo - e con esso la prosopea sui tecno confidi: 107, banche di garanzia e via discorrendo e spersonalizzando.
Il modo vero, schietto, reale, di valutare la bonta' di una garanzia confidi e' semplicemente quello di porre a rapporto patrimonio + fondi rischi/garanzie prestate al netto di controgaranzie (Mcc ed altri enti centrali)
saluti!

forex ha detto...

D'accordo in parte con l'opinione de il renudo.
Quello che tu dici è vero per misurare l'assorbimento patrimoniale....
Ma sarebbe vero, reale e schietto dichiarare la bontà di un confidi anche attraverso questo semplice rapporto:
patrimonio + fondi rischi (quelli eventuali... e non già manifesti)/sofferenze + incagli (quelli veri e non quelli dichiarati) al netto di eventuali ctg.
Saluti.

sapio ha detto...

Scusate ma l'economia ha fatto nel frattempo qualche passo avanti, ma vorrei passare la parola al gigante: Luca per favore pensaci tu!

Luca ha detto...

Sapio, grazie dell'assist. Giganti qui non ce ne sono, ma tutti possono alzare lo sguardo su quello che succede intorno, anche fuori dal mondo confidi e banche di garanzia.

claudio r ha detto...

Per giudicare la solidità di una istituzione finanziaria è stato inventato il total capital ratio = patrimonio vigilanza (che non è il patrimonio netto) / attività ponderate per il rischio (che non sono le semplici attività ed incorporano anche una parte dell'accordato non ancora utilizzato e le garanzie rilasciate che sono voci riportate fra i conti d'ordine)

riccardo barbieri ha detto...

Un saluto a tutti ed in particolare al prof. Erzegovesi.
Lungi dal commentare la vicenda della BPG - non avendone elementi sufficienti - l'occasione mi pare valida per ritornare sulle notevoli responsabilità indotte dal 107.
Premesso che non è una scelta, ma un obbligo per chi supera certe soglie di attività, suggerirei a chi può viaggiare sotto o intorno alla soglia di riflettere sugli effettivi vantaggi per le imprese di un confidi 107, in rapporto ad un confidi 106 comunque patrimonializzato.
Non sarà che l'utilizzo del patrimonio come cash collateral, nel medio termine continui ad essere premiante, garantendo al player di mantenere una flessibilità extra vigilanza, sui vantaggi della quale non in molti hanno riflettuto?
Ancora saluti

sapio ha detto...

Che vuol dire "patrimonio come cash collateral" ?
Il 106 non da garanzie eligibili. Può solo organizzare un gruppo di prenditori che forniscono (loro) il cash collateral come protezione della prima perdita di una tranched cover. A meno che il cash non lo regali un ente pubblico come agevolazione in forma di garanzia.

riccardo barbieri ha detto...

Infatti il confidi 106 non si porrà il problema delle garanzie eligibili.
Si tratta di valutare le potenzialità, del tutto alternative, del mantenimento della vecchia garanzia reale (ovvero il cash collateral)!

Padova - A.A.A. C.D.A. full time cercasi... ha detto...

....il re è "finalmente" nudo....
..chissà se la pecora smarrita tornerà all'ovile...(mi domando se con o senza autista..)
In attesa di analisi ai raggi X ...qualche dettaglio di poco conto..
- ccnl credito ?
- oltre 70 dipendenti ?
- fringe benefits dirigenziali da topgun ?
That's all ...

Antonio da Padova ha detto...

Aggiungiamo dettagli a dettagli:
- assemblea per l'approvazione del bilancio 2007: su 2867 soci (imprese affidate) presenti solo 58 soci di cui un decina membri del CDA. Conclusione: è tutta una cosa fra amici.
Certo che il Vice Presidente Francesco Bellotti presidente dei Confidi Confindustria non ci fa una bella figura. Dov'era? Dormiva?
- per ripartire servono una 15 di milioni. Chi li metterà? Regione Veneto? Per affidarli a questo CDA di dormienti? O è meglio ripartire da un nuovo 106 per salvare almeno il patrimonio di relazioni con le imprese ?

Luca ha detto...

Cari commentatori anonimi, se proprio non potete usare la vostra identità, almeno vi prego di usare un tono più distaccato, anche nel denunciare errori e omissioni altrui. Aleablog non è una micro-gogna mediatica per attacchi a persone che possono avere sbagliato, ma il problema non si riduce all'errore personale. Ragioniamo serenamente sulle cause dell'errore.
Comincio io, con il post di oggi a cui vi rimando.