Mi piace il BTp Italia (vedi pagina) proposto dal Tesoro per attrarre il risparmio dei privati: un titolo a 4 anni con tasso reale determinato all'emissione, applicato a un capitale rivalutato per l'indice dei prezzi al consumo (ex tabacchi) relativo all'Italia (non quello europeo utilizzato per i precedenti BTp indicizzati all'inflazione). In caso di deflazione (indice dei prezzi che cala) è garantito il tasso reale.
Mi piace l'idea di uno strumento pensato per il collocamento online tramite il MOT di Borsa Italiana, accessibile da qualsiasi home banking abilitato al trading sin titoli. Le commissioni sono trasparenti. Può essere un buono strumento di diversificazione degli investimenti. Non protegge da un rischio di downgrading del rating Italia (dal quale proteggerebbe in parte un CcT indicizzato al tasso BoT), ma potrebbe dire la sua nel caso in cui il quantitative easing delle banche centrali si risolvesse in un periodo di inflazione sostenuta. Scommessa azzardata da fare o da respingere, ma non si sa mai. All'inizio non sarà un titolo liquido, ma se avrà successo il suo prezzo di mercato si irrobustirà. Dal confronto con i rendimenti sui BTp quadriennali si potrà estrapolare l'inflazione attesa.
Non c'è che dire, la Direzione II del Dipartimento del Tesoro, che si occupa di emissioni del debito pubblico, sa il fatto suo. Si muove ai massimi livelli sui mercati all'ingrosso, e ora anche su quelli al dettaglio.
Non è vero che internalizzare funzioni pubbliche in Italia riduce professionalità ed efficacia della loro gestione. Qui è vero il contrario. Certo, conta anche il fatto che gli investitori che stanno dall'altra parte a comprare i BTp viaggiano anche loro con i controfiocchi. Le situazioni sfidanti fanno crescere.
PS 16/3: Non mi piace autocensurarmi, per cui non cancello l'ultima frase, ma devo quanto meno metterla in discussione se saranno confermate le rivelazioni sulle perdite da derivati del Tesoro (vedi news Bloomberg). Ne parlo più diffusamente in questo post.
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