Torno da Roma, dove ho fatto visita alla bella sede della Confcommercio a Trastevere, che ospita Federascomfidi e attualmente AssoConfidi, l'associazione delle Federazioni di settore. Ho chiesto di incontrare AssoConfidi a titolo personale e anche a nome del gruppo Smefin.
Sul piano personale, è stata l'occasione per chiarire qualche incomprensione originata da miei interventi sul blog, e più ancora da commenti critici o allarmistici di alcuni visitatori. Ho chiarito che le mie prese di posizione non nascevano da faziosità, o spirito polemico: intendevo portare all'attenzione delle questioni che giudicavo gravi e trascurate. Non era la via giusta, probabilmente. E' per questo che ho chiesto questa occasione di incontro vis-a-vis, che è stata molto utile per riaprire il dialogo.
Per quanto riguarda le opinioni degli ospiti del blog, ho fatto presente che i commenti sono liberi, e che non sono ipso facto fatti propri dall'autore. Ogni tanto quello che si legge qui allarma o sconcerta. Può succedere, ed è un male minore se il dibattito libero porta esperienze e giudizi interessanti e nuovi. Purtroppo da qualche mese il rapporto disturbo/segnale è peggiorato. Sto ragionando sulla cosa migliore da fare, appena mi chiarisco le idee ve le proporrò.
Per il gruppo Smefin, è intervenuto con me Claudio D'Auria. Abbiamo fatto una carrellata di temi toccati dall'attuazione del DL 141/2010, e più in generale di interesse per i confidi. Erano presenti nell'agenda di AssoConfidi, naturalmente. Abbiamo offerto alcune riflessioni, nate dalla nostra frequentazione del settore. Sulla diagnosi delle grandi questioni è emersa una sintonia, così come sull'utilità di unire le forze, tra chi si interessa ai confidi, per completare l'enorme lavoro che rimane. Spero che la riunione di oggi abbia un seguito.
8 commenti:
In una logica di pubblico dibattito (secondo me dovuto fino a quando ci saranno sovvenzioni pubbliche ai confidi) Assoconfidi potrebbe/dovrebbe intervenire anche qui per mettere in evidenza questioni che a noi possono sfuggire e per renderci partecipi del suo punto di vista. Finché non ci abituiamo a discutere in pubblico le questioni riguardanti tutti non v'è democrazia in un paese. In questo senso questo blog è uno strumento di dialogo, trasparenza e, nel suo piccolo, di democrazia. Caro prof, in un altro post hai scritto che non era il caso di scomodare una parola così importante, ma è dalle piccole cose che si costruiscono le grandi. Del resto è dai mille blog, da twitter, e da facebook che sono nate le ultime epocali rivoluzioni.
Anche a me dispiace che il rapporto disturbo/segnale sia peggiorato, ma purtroppo non sempre questo è dovuto all'aumento del disturbo, ma al poco segnale che arriva nelle nostre frequenze.
I commenti che stanno martellando il bilancio di eurofidi possono anche non piacere e potrebbero far venire voglia di non pubblicarlo più sul sito, ma in realtà stanno facendo opera di trasparenza e di chiarezza, anche con una certa durezza. Un ritiro completo del segnale sarebbe una dimostrazione di estrema debolezza e di paura nell'affrontare la critica. Certo, alcuni commenti possono essere offensivi, ma come già detto altre volte le offese sono spesso nelle orecchie di chi ascolta, nella mancanza di umiltà, e nella supponenza di poter essere autosufficienti (sempre con i soldi degli altri).
Mi associo anch'io quindi al tuo augurio. Speriamo che la riunione con il massimo organo rappresentativo dei confidi abbia un seguito. Se pubblico sarà anche più democratico.
@Gigi: il dibattito libero è importante, ma da solo porta non si sa dove, e può essere facilmente strumentalizzato. Quello di cui c'è bisogno è un'educazione ad affrontare la realtà, con tutti i suoi problemi. Lì si rivelano le negligenze, le omissioni colpevoli. Lì ci si incontra, cresce la capacità di mettersi insieme, e magari di affrontare chi si oppone, ma non soltanto con i proclami, ma con le proposte, difendendo opere che si giudicano utili e che vengono ignorate o contrastate. Io ho imparato soltanto facendo, nei progetti per i confidi trentini, nel business point. Ho convinto persone a cambiare idea (anche tra i confidi, o le associazioni di categoria) mostrando un modo più adeguato di fare le cose, e mettendo in conto il tempo e la pazienza che ci vogliono per aspettare che i miei interlocutori si facciano persuasi.
Per motivi generazionali, e di tempo che è poco, mi riconosco sempre meno nel blog di pubblico dibattito e di denuncia. Specialmente quando ci si concentra su un target (i confidi) di cui sono note le criticità, agli stessi confidi e ai loro rappresentanti associativi. E le critiche sono sempre quelle. E le soluzioni? A me interessano quelle. Anche la presa di coscienza dei problemi è l'inizio della soluzione, ma soltanto l'inizio.
Gigi, penso che prima o poi dovrai prenderti carico in prima persona su altri spazi del blog di critica e dibattito libero, che è uno strumento legittimo e forse più utile di quello che penso, ma non mi interessa, non mi piace.
Qui voglio che rimangano in evidenza le cose che stanno a cuore a me, che non si leggono da altre parti.
Sono perfettamente d'accordo, il blog è uno strumento ampio, se ci si dà un alveo entro il quale lavorare si riesce a far scorrere l'acqua e far girare le pale del mulino altrimenti l'acqua si disperde in mille rivoli e non si macina farina. Forse un manifesto del blog da lasciare in bella evidenza chiarirebbe argomenti e modalità di partecipazione disegnando argini solidi e chiari. E' di tutta evidenza che il tema confidi non può non sconfinare in argomenti di natura più politica vista la loro natura a cavallo dell'associazionismo e delle politiche di sostegno alle imprese. Se questo non fa parte di questo fiume, forse una derivazione è più che opportuna.
Non so se ho capito male io o forse Gigi e' stato invitato a 'postare' (così come posta) da altre parti?
Mi spiacerebbe perdere qui uno dei pochi rifermenti solidi, e con capacita' e competenze trasversali, sinceramente poco viste da altri contributori...
Ma e' mia opinione...
Devo dedurne che ai rumorosi silenti del blog piace muoversi con altri metodi, forse più tradizionali ed efficaci, ma, spesso, poco trasparenti: ed e' questa opacità che come cittadino prima di tutto mi infastidisce. A chi giova?
Spero di sbagliarmi in tutto, come spero di poter comuniste a leggere qui i post e i commenti di gente in gamba, gente libera.
Ops: 'continuare' ... Non 'comuniste'... Sti correttori.... Scusate
@Beppe: l'ho già scritto in altre occasioni, sono il primo a riconoscere la competenza e la pertinenza dei commenti di Gigi; però ho anche l'esigenza che passi in modo chiaro il mio giudizio (e prima ancora il mio modo di affrontare i problemi). Di fatto un blog che parla al 90% di confidi ha creato una barriera con il mondo dei confidi. E' colpa mia? E' colpa dei confidi? Dei loro rappresentanti? Di Gigi? Di Sapio? Non lo so.
Ma il mio scopo non è dimostrare che sono un analista intelligente che dialoga con persone ancora più intelligenti, ma dare l'aiuto che posso affinché il sistema migliori, liberi energie positive, premi chi interpreta la mission ed è più bravo. Se il dialogo è zero, questo è impossibile. Voglio riaprire il dialogo. Ci riuscirò? Non lo so, vedremo. Però esprimere un giudizio, magari critico, con questo atteggiamento di dialogo è molto più pertinente che dispensare saggezza dal proprio laboratorio di ricerca.
Ultima osservazione: io mi firmo Luca e mi chiamo Luca. Gigi, Sapio, RoeRòs, forse anche Beppe, si firmano così, ma nella vita reale hanno un'altra identità, che qui rimane (opportunamente) riservata. Anche questo conta quando si tratta di decidere che cosa è opportuno o inopportuno ospitare sul blog.
Che comunque è sempre stato e per il momento rimane uno spazio aperto.
Caro Luca, potrei scriverti una mail; metto un post per contribuire alla riflessione che hai avviato sul blog.
Mi firmo Fabio, sono fabio, mi conosci e chi frequenta il blog sa che non sono anonimo.
Un eccesso di commenti forse troppo duri hanno creato una barriera e smorzato il dibattito?
Può essere.
Si possono attuare "correzioni" per tornare ad un costruttivo dibattito più partecipato?
Ben vengano ma non ho idea che le "correzioni" siano in grado di raggiungere il fine.
Se ad esempio il blog divenisse per "non anonimi", certamente vi sarebbero commenti meno duri (mi riferisco alla forma e all'esposizione di taluni post). Ho pensato più volte a tale soluzione. Forse però si perderebbero le provocazioni che l'anonimato spesso consente. Ora, c'è il mix tra chi non è anonimo e chi lo è e non è detto che non sia un arricchimento. Non sono convinto poi che il non anonimato, riempia il blog di commenti di operatori Confidi. Condividere anche nel nostro mondo non è così facile e forse, taluni commentatori del blog stanno condividendo nell'anonimato, cosa che diversamente non farebbero. Trovare i motivi per non contribuire al dialogo tramite il blog può essere una scusa a noi stessi, per tenerci egoisticamente e quindi non condividere idee, opinioni, possibili soluzioni. Non è bello ma umano.
Molto si è detto e commentato in passato e normale è un calo dei post anche da parte di chi in passato era più attivo (non metto personalmente un post per continuare a ripetere e sostenere le mie tesi più volte espresse, lo posso fare ogni tanto). Così come non commmento sul blog il bilancio di un altro Confidi essendo io di un Confidi (al limite, gli telefono per un confronto, non faccio il gioco al massacro); per i terzi è cosa diversa. Ciò non significa che non interverrei se si parla di bilanci; diverso è per me però, come operatore Confidi, commentare su come una partita contabile si può trattare diversamente in bilancio in un post riferito al bilancio di uno specifico Confidi.
Quindi, molto pochi sono i miei post. Quotidianamente però accedo al blog e lo uso come fosse un sito di news del settore, dove a volte mi viene consentito di mettere un commento e di confrontarmi con altri.
Ti sto sfruttando?
Certamente ne traggo vantaggio.
Ci saremmo però conosciuti? Avremmo mai condiviso alcuni momenti ed organizzato insieme eventi? Saresti mai venuto in C.d.A. a parlare di sostenibilità Confidi?
Può essere, la vita è un'incognita, ma penso di no.
Tu hai il polso di quanto il blog viene visitato e quello a mio avviso è il termometro. I pochi post forse sono legati ad una fase (tanto si è detto, scuse per non condividere, normale invecchiamento anche se può esserci un ritorno alla giovinezza, al contrario della vita reale, ecc.) e presumibilmente, perché no, causa di alcuni post forse troppo duri che indispongono chi non usa quei toni.
Mi fermo, perché sono le 5 di mattina passate e finalmente mi è venuto sonno.
Grazie del blog.
Caro Fabio, grazie dell'intervento. Come ho detto più volte, i pochi commenti non sono un problema, né mi è mai pesato svolgere una funzione di servizio, del resto è quello che fa normalmente un professore, scrive delle cose e chiunque le legge se le trova interessanti.
Citavi le occasioni di collaborazione che abbiamo avuto, come la recente visita al vostro CdA, e prima i seminari Smefin. Sono occasioni che senza aleablog non sarebbero mai venute fuori, certamente, e auspico che da quelle nascano dei luoghi di confronto e di lavoro stabili.
Proprio per questo ho voluto incontrare le Federazioni dei confidi: per proporre di unire le idee e le forze. In quell'occasione, mi hanno confermato che il blog provoca ogni tanto un po' di agitazione nel settore, sia per le cose che scrivo io, sia per i commenti. Allora ci ho pensato sopra, e ho concluso che continuerò a scrivere quello che penso, e ne risponderò; quanto ai commenti, ho chiesto un po' di moderazione (soprattutto nella ripetitività) ai visitatori più assidui nella critica dei confidi.
Preciso: non ho ricevuto avvertimenti o lusinghe per cui ho deciso di azzoppare il dibattito sul blog. Non è così, mantengo la libertà di espressione di sempre.
Ho colto l'occasione per ribadire le ragioni per cui tengo aperto questo spazio: non voglio fare lavoce.confidi.info, ovvero la tribuna da cui uno o più illuminati dispensano il loro sapere, ma un luogo dove si racconta quello che si è imparato dall'esperienza. Sono due visioni del mondo diverse.
Veniamo alla questione dell'invecchiamento. Hai centrato il punto, ma il problema non sono i pochi commenti sul blog, è la fatica smisurata per chi, come te, dirige un confidi oggi (forse anche per questo prendi sonno alle 5 di mattina). Seguendovi da quasi dieci anni, mi chiedo perché il settore faccia così fatica a reagire alle novità che gli vengono incontro (Basilea 2, 107, recessione, ecc.), che alla fine diventano tutte minacce alla sua sopravvivenza. La risposta che do è banale: è sempre più difficile far convergere le istanze di chi rappresenta i confidi (le Associazioni), di chi li finanzia (enti pubblici), di chi ne fruisce (banche e imprese). Le modalità operative, quelle sì sono invecchiate. Ma i tavoli dove si discute come cambiarle sono bloccati, ognuno cerca di difendere i vantaggi che il vecchio regime gli assicura, anche se è chiaro come il sole che non è più sostenibile, ha una data di scadenza.
Si può, si deve fare qualcosa per cambiare: vorrei che si parlasse di questo.
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