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mercoledì 25 aprile 2012

L'occhio del Senatore ingrassa l'Osservatorio (del credito)

Come riferisce il Sole 24 ore, la Commissione Industria del Senato ha approvato alcuni emendamenti che ritoccano le regole sulle commissioni di fido e ampliano la composizione e (nelle intenzioni) rafforzano gli interventi dell'Osservatorio sull'erogazione del credito (vedi post). Tutto ciò avviene nell'ambito della  legge di conversione del decreto-legge 24 marzo 2012, n. 29, di cui al post precedente (vedi pagina sul sito del Senato). Trovate il testo degli emendamenti approvati in questo documento.

La modifica più appariscente è quella che abolisce le commissioni sulla linea di credito su c/c non affidati di privati, nel caso in cui si formino scoperti episodici di importo inferiore a 500 euro. Ecco l'emendamento approvato:

1.300 (Testo 2)
I Relatori
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
        «1-bis. La commissione di cui al comma 2 dell'articolo 117-bis  del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 non si applica alle famiglie consumatrici titolari di conto corrente, nel caso di sconfinamenti pari o inferiori a 500 euro in assenza di affidamento ovvero oltre il limite di fido, per un solo periodo, per ciascun trimestre bancario, non superiore alla durata di giorni sette consecutivi»
Più esteso l'intervento su composizione e interventi dell'Osservatorio sull'erogazione del credito. Ecco il testo del comma in materia così come si presenterebbe dopo l'emendamento approvato (in rosso i contenuti modificati più rilevanti):

1.200 (Testo 2)
I Relatori
Al comma 1, la lettera b) è sostituita dalla seguente:
b) dopo il comma 1 sono aggiunti, infine, i seguenti:
«1-bis. È costituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, senza oneri per la finanza pubblica e avvalendosi delle relative strutture, un osservatorio sull'erogazione del credito e sulle relative condizioni da parte delle banche alla clientela, con particolare riferimento alle imprese micro, piccole, medie e a quelle giovanili e femminili, nonché sull'attuazione degli accordi o protocolli volti a sostenere l'accesso al credito dei medesimi soggetti. Nell'ambito di tali attività l'Osservatorio analizza anche tassi, commissioni e altre condizioni accessorie, articolando l'informazione a livello settoriale, geografico e dimensionale.
All'Osservatorio partecipano due rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, di cui uno con funzioni di presidente, uno del Ministero dello sviluppo economico e uno della Banca d'Italia. Alle riunioni dell'Osservatorio partecipano altresì un rappresentate delle Associazioni dei consumatori indicato dal Consiglio nazionale consumatori e utenti, un rappresentante dell'Associazione bancaria italiana, tre rappresentanti indicati dalle Associazioni delle imprese maggiormente rappresentative a livello nazionale e un rappresentante degli organismi di società finanziarie regionali. [nella stesura precedente le associazioni potevano essere invitate] La partecipazione alle attività dell'Osservatorio non dà luogo alla corresponsione di compensi, emolumenti, indennità o rimborsi spese.
1-ter. L’Osservatorio monitora l’andamento dei finanziamenti erogati e delle relative condizioni dal settore bancario e finanziario con riguardo ai soggetti di cui al comma precedente. A tal fine, l’Osservatorio può richiedere alla Banca d'Italia, anche su base periodica, dati sui finanziamenti erogati e sulle relative condizioni applicate. L’Osservatorio semestralmente elabora le segnalazioni e le informazioni ricevute, analizza l’attuazione di accordi e protocolli volti a sostenere l’accesso al credito e formula eventuali proposte in un “Dossier sul credito” che viene messo a disposizione delle istituzioni e dei soggetti interessati.
1-quater. L'Osservatorio promuove la formulazione delle migliori prassi per la gestione delle pratiche di finanziamento alle imprese, alle famiglie e ai consumatori volte a favorire un miglioramento delle condizioni di accesso al credito, in relazione alle specifiche situazioni locali»;
1-quinquies. Ove lo ritenga necessario e motivato, il Prefetto segnala all'Arbitro Bancario Finanziario, di cui all'articolo 128-bis del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, specifiche problematiche relative ad operazioni e servizi bancari e finanziari. La segnalazione avviene a seguito di istanza del cliente in forma riservata e dopo che il Prefetto ha invitato la banca in questione, previa informativa sul merito dell'istanza, a fornire una risposta argomentata sulla meritevolezza del credito. L'Arbitro si pronuncia non oltre trenta giorni dalla segnalazione.»
Le modifiche creano un organismo più popoloso (con ingresso dei rappresentanti delle associazioni delle imprese e dei consumatori, oltre che delle finanziarie regionali);  si prevede la possibilità di richiedere alla Banca d'Italia dati sui finanziamenti e le relative condizioni (ritengo che il segreto statistico impedisca di ottenerli con il dettaglio necessario per calcolare il costo del credito); segnalo inoltre che i fenomeni di razionamento non sono difficilmente osservabili e misurabili, a meno di pretendere dalle banche la segnalazione delle domande respinte o tenute in sospeso;  a latere rispetto all'Osservatorio, si prevede un intervento del Prefetto (dietro istanza di un cliente bancario) per segnalare all'Arbitro Bancario e Finanziario specifiche problematiche legate alla meritevolezza del credito.
Le intenzioni sono tutte positive (dar voce ai clienti delle banche, migliorare le basi informative, produrre analisi mirate, rafforzare la segnalazione di casi critici). Ma perché non si riesce a fare le stesse cose senza creare nuovi organi amministrativi con mandati legislativi complessi e difficili da attuare? Organi che, quando va bene, danno un contributo all'analisi del problema nelle sue emergenze osservabili, ma non possono far nulla per affrontare i veri problemi alla radice? Cosa farà l'Osservatorio? Pressione sulle banche. Come? Sottoponendo istanze e rapporti che segnalano criticità? Come risponderanno le banche? Che sono dispiaciute, ma non possono fare di più (e in molti casi è la verità).
Tanta carta, che viaggia a lunghissima distanza dalla prima linea.
Sicuramente occorre aiutare le imprese a non chiudere per mancanza di liquidità (un problema diffuso, che però non dipende soltanto dal credito). Per fare qualcosa di utile non servono nuovi laboratori di analisi (che tra l'altro riciclano il lavoro di latri). Servono assistenza medica di base, reparti di pronto soccorso, sale chirurgiche, cliniche per la riabilitazione. E bravi medici dappertutto. Gente preparata, che non ha paura di sporcarsi le mani. Che parla poco, e fa molto, senza la preoccupazione di trarne merito o di sentir parlare di sé.
Se non si muove qualcosa dal basso, continueremo a parlarci addosso, finché dal basso monterà la marea dell'esasperazione. Ma allora sarà troppo tardi per fare quello che non si è fatto prima.


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