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sabato 26 maggio 2012

Il bilancio 2011 di Artigiancredito Toscano

Accogliendo l'invito di Sapio, segnalo il Documento di bilancio 2011 di Artigiancredito Toscano (scaricabile dal  sito del confidi). Non ne riassumo i contenuti. Riporto un passaggio dalla Relazione sulla gestione a mo di invito alla lettura:

Nonostante la crisi dei mercati finanziari, il bilancio 2011 di ACT si chiude con un utile di esercizio di  1.151.132,07 euro.
Il risultato positivo deriva, essenzialmente, dallo sfasamento temporale con cui le dinamiche di produzione si traducono in componenti di conto economico. In altre parole, il 2011 è favorito dal buon livello di volumi raggiunto nel 2010.
Sarà il 2012, inevitabilmente, a risentire della crisi attraverso una attesa compressione dei ricavi della garanzia.
Il patrimonio di ACT appare in grado di reggere lo stress della situazione in atto sebbene vi sia la necessità di irrobustire i margini di sicurezza perché, a tendere, l’attivo a rischio crescerà con progressione maggiore del patrimonio di vigilanza ed un eventuale, ulteriore peggioramento della qualità del portafoglio garanzie e dell’andamento delle sofferenze potrebbe ingenerare, in pochi esercizi, una situazione di difficoltà operativa.
Molto interessante anche il pezzo riguardante la recente ispezione della Vigilanza:

Nel 2011, ACT è stato sottoposto alla visita ispettiva di Banca d’Italia, iniziata il 5 luglio e terminata il 14 ottobre. Si è trattato, in assoluto, della prima ispezione presso un confidi dal momento del loro ingresso sotto la piena vigilanza dell’Autorità creditizia.
Il confronto quotidiano con gli ispettori è stato per la società una grande occasione di crescita professionale e di valutazione sull’adeguatezza organizzativa ai fini della sana e prudente gestione.
Il verbale, consegnato al Consiglio di Amministrazione, è stato motivo di soddisfazione perché, pur in presenza di inviti e raccomandazioni a continuare nell’opera di costruzione di un modello efficiente di gestione imprenditoriale dei rischi, tuttora ben lungi dall’essere completato, Banca d’Italia ha riconosciuto gli sforzi fin qui compiuti e non ha dato avvio ad alcun provvedimento sanzionatorio.
Questo Consiglio di Amministrazione, con la piena adesione del Collegio Sindacale, ha assunto impegni specifici nei confronti di Banca d’Italia in merito ad azioni correttive da apportare sia  nel modello organizzativo della società che nel processo del credito.
Per ciò che concerne le modifiche all’attuale struttura organizzativa, queste possono essere riassunte come segue:
Specializzazione dell’attività delle filiali all’interno del processo commerciale diretto e nell’assistenza alla clientela nella fase post vendita.
Attribuzione delle attività di analisi dei fidi e della gestione delle relative delibere a poli fidi, distaccati dalle filiali, facenti riferimento all’area crediti.
Distinzione dei ruoli fra coloro che si occupano dell’attività commerciale e quelli che si occupano dell’attività istruttoria.
Revisione dell’attuale sistema dei poteri di delega in materia di credito, con riserva di valutare la possibilità di mantenere in capo ai responsabili di filiale poteri di delibera sensibilmente ridotti.
Potenziamento dell’area crediti della Direzione Generale a cui verranno affidati maggiori compiti di controllo sull’attività dei poli fidi.
Per quanto attiene alla formazione delle decisioni di assunzione dei rischi si è ritenuto opportuno una radicale riduzione degli elementi di discrezionalità ancora presenti, attraverso il potenziamento del progetto rating, che prevede l’utilizzo sistematico della Centrale dei Rischi, e che risulta già avviato  per la valutazione dell’ammissibilità all’accesso ai fondi regionali gestiti da Artigiancredito Toscano.
La società si è inoltre impegnata a perseguire politiche di autonoma classificazione del proprio portafoglio rischi.
Tale impegno, corollario del progetto di segmentazione del portafoglio avviato dalla società fin dal 2009, prevede l’avvio di un processo istruttorio, indipendente dal ricevimento della comunicazione di passaggio a sofferenza da parte della banca affidante, ma fondato sulle risultanze della Centrale dei rischi, teso ad individuare all’interno delle singole posizioni attualmente classificate da ACT in bonis, elementi di criticità o di gravi anomalie.
Sulla base di tale analisi la società attraverso una autonoma funzione delegate deliberante, valuterà le posizioni da considerare deteriorate.
La nuova pratica di classificazione dei rischi assunti, in linea con le nuove disposizioni di vigilanza sui confidi emanate da Banca d’Italia, non comporterà automaticamente maggiori rettifiche di  valore a carico della società.
Risulta confermato, anche dopo l’ispezione da parte di Banca d’Italia, il modello distributivo multicanale adottato dalla Società.


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