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martedì 8 maggio 2012

MiSE: incontro sui confidi, primi spunti di cronaca

Come annunciavo qui, si è tenuto oggi presso il Ministero dello Sviluppo Economico il primo incontro della serie "Osservatorio sul credito", dedicato in larga parte ai confidi. Non ho partecipato, ma un caro amico mi ha già trasmesso le sue impressioni, che condivido con tutti voi. Mi sottolineava prima di tutto il sostegno dato all'iniziativa dal MiSE e dal Governo, rappresentato dal Ministro Passera.
Passera ha insistito sul ruolo critico del Fondo centrale di garanzia. Il potenziamento del FCG è stato il primo intervento di peso del Governo Monti a favore del credito alle Pmi. Siamo però ancora in attesa dei decreti attuativi delle nuove regole di funzionamento del Fondo. Speriamo che arrivino presto.
Le prime due relazioni hanno riguardato la ricerca dell'Osservatorio sui confidi di Torino finanza. Questo articolo del Sole 24 ore riassume i risultati e le indicazioni emerse. Aspetto di leggere il lavoro. Dal comunicato stampa, non emergono chiavi di lettura nuove.
Anche degli interventi "istituzionali" non ho letto i materiali, ma penso abbiano avuto un taglio informativo.  Nell'ordine hanno parlato Stefano Firpo (Capo Segreteria Tecnica MiSE) sul quadro delle misure di intervento del MiSE, Claudia Bugno (Presidente Comitato di gestione FCG) sull'operatività del Fondo Centrale, Alessandro Rivera (D.G. Capo Direzione Sistema Bancario e Finanziario, MEF) sul nuovo quadro di regolamentazione degli intermediari finanziari e Antonella Baldino, (Responsabile Gestione Fondi Pubblici MCC), sugli strumenti di finanza per lo sviluppo.
Maggior risonanza emotiva ha suscitato, nel mio amico, la relazione di Corrado Baldinelli (Banca d'Italia) su stabilità finanziaria e ruolo delle garanzie. Baldinelli ha preso spunto dal problema dell'adeguatezza del patrimonio dei confidi, che è un vincolo/driver per i 107 (per i 106 non ancora). Visti dal Servizio Vigilanza, i patrimoni dei confidi presentano numeri adeguati sull'aggregato di sistema, ma la media copre qualche caso non completamente soddisfacente. Questo giustifica una certa attenzione, tenendo conto della rischiosità delle esposizioni creditizie che è mediamente alta, e  strutturalmente sottostimata. Come intermediario di secondo (o terzo) grado, il confidi può avere una percezione corretta del rischio all'originazione ma non è detto che riesca ad aggiornarla nel continuo della relazione, seguendo gli step di deterioramento tra crediti in bonis, incagli e sofferenze.
Al netto dei consumi per le perdite (palesate o latenti), i patrimoni non paiono in molti casi adeguati a uno scenario di durante e dopo crisi. Come adeguarli? I fondi pubblici sono una fonte difficilmente rinunciabile, che però occorre riorganizzare con un disegno complessivo delle regole e dei meccanismi (magari consultandosi preventivamente con la Banca d'Italia, a differenza del passato [questo lo aggiungo io]).
Questi fondi sono una risorsa scarsa: come selezionarne i fruitori, ottimizzandone la "produttività"? Si potrebbero riservare ai confidi vigilati, il che rappresenterebbe un potente incentivo a diventare (o restare) 107. 
L'altro (ipervenduto) vantaggio dell'essere vigilato, ovvero l'eleggibilità della garanzia a fini di Basilea, si sta attenuando: con un rating sovrano A dell'Italia, le garanzie degli intermediari vigilati ponderano al 50% com metodo standard (per un ripasso delle regole leggete questa chiara nota di Moderari). Quando il downgrading dell'Italia a BBB sarà registrato ai fini dei requisiti patrimoniali , le mitiche garanzie Basel compliant andranno ponderate al 100%. E' un vero e proprio dramma, degno dei versi di Omero (anche qui non fraintendete, la citazione è mia, non vorrei mettere in imbarazzo il dottor Baldinelli):
Sísifo pure vidi che pene atroci soffriva
una rupe gigante reggendo con entrambe le braccia.
Ma quando già stava per superare la cima,
allora lo travolgeva una forza violenta
di nuovo al piano rotolando cadeva la rupe maligna.
(Omero, Odissea, libro XI, versi 593-598 trad.: R. Calzecchi Onesti)
Una volta che si sfata il mito delle garanzie Basel-compliant, tutte le strade conducono a Roma, al Comitato di gestione del Fondo centrale che dispensa garanzie ancora a ponderazione zero (sì, per i rischi sovrani dell'UE i rating esterni non contano in forza di una clausola di salvaguardia delle direttive europee sul capitale delle banche). Parlando nel question time, Andrea Giotti (Eurofidi) ha quantificato con molta franchezza il forte risparmio di capitale che il fondo gli assicura. 

Anche se riservassimo ai 107 gli apporti di fondi pubblici e l'accesso alle controgaranzie FCG, non avremmo ancora risolto il problema dell'equilibrio gestionale dei confidi vigilati. La redditività, ha osservato Baldinelli, è insufficiente, e molto differenziata. Quando non è negativa, non basta comunque a far crescere il patrimonio quanto servirebbe. Su redditività ed efficienza occorre comunque intervenire. Anche qui non è scontato quello che è meglio fare. 
In teoria la concentrazione dovrebbe servire (economie di scala), ma anche quando così fosse c'è il rovescio della medaglia, ovvero l'allontanamento dal socio-cliente. E' opportuno valorizzare in ogni caso i servizi a corredo della garanzia, nel ruolo di mediatori del rapporto con la banca (da svolgere in modo competente e corretto).
Nell'attesa di rimodulare il modello di equilibrio economico, ci sarebbe da mettere mano ai bilanci dei confidi, che rimangono ancora difficili da interpretare, anche i bilanci IAS dei 107 (figuriamoci quelli dei 106 ...). 
Dalle impressioni del mio interlocutore mi sono fatto questa impressione: il dibattito sui confidi segna dei progressi. La parte storico-informativa-(auto)celebrativa prende ancora spazio, forse troppo. Però si comincia a parlare dei problemi che urgono. E non è un monologo dell'Organo di vigilanza, ma un dialogo tra la Banca d'Italia e i confidi che sono entrati nel suo ambito di supervisione. Siamo ancora in una fase di presa di coscienza. Quando si passerà all'azione? Ci sono ottime ragioni per scegliere di farlo prima possibile, senza aspettare di esservi costretti dagli eventi.
Ultima nota: pare che al seminario di oggi i vertici operativi dei confidi abbiano partecipato numerosi, a differenza dei direttori e coordinatori delle federazioni di settore. Sarà un caso.
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15 commenti:

Sapio ha detto...

Ma se i bilanci dei Confidi vigilati sono difficili da interpretare (condivido) come si fa a dire che i patrimoni sono mediamente adeguati?

Anonimo ha detto...

@Sapio, la notizia non riguarda le medie, ma le singole rilevazioni.

Sapio ha detto...

Mi sono informato: pare che i bilanci difficili da interpretare siano quelli dei soli 106 e non dei 107.
Poi pare che sia stato autorevolmente riferito che ci sono pressioni di sistema (Governo, Europa ?) per togliere la ponderazione zero al FCG.

Monde Baschi di Siena ha detto...

Il bilancio e' una filosofia . La filosofia nasce di fatto in Grecia. Visto cosa sta accadendo in Grecia mi pare ci sia poco da aggiungere ......quel poco e' che alcune filosofie di bilancio andrebbero chiarite ricondotte e semplificate.

Anonimo ha detto...

@MBS: il nickname mi evoca il Palio a dorso di cammello (lo dico con il massimo rispetto per le Contrade e per i cammellieri). Il sillogismo filosofico - bilancistico è degno del "Mio grosso grasso matrimonio greco". Che cosa si può desiderare di più?

Anonimo ha detto...

@Sapio: pressioni per togliere la ponderazione zero? Nel senso di togliere la garanzia di ultima istanza dello Stato? Uhm, questa sarebbe una bomba. Ma ne hanno parlato apertis verbis al convegno del MiSE?

Sapio ha detto...

Così mi hanno riferito.

MBS ha detto...

Luca mi hai messo nelle condizioni di ridere come non facevo da tempo. Ma metto al passivo il merito di averla provocata. La tua risposta e' stata micidiale. Chapeu

Anonimo ha detto...

Caro MBS, nella contabilità del buonumore c'è solo l'attivo. Non ci sei rimasto male, vero?

Anonimo ha detto...

Un gentile visitatore, che preferisce restare anonimo, mi ha mandato degli appunti sull'incontro che volentieri riporto:

A) Il Ministro Passera ha ribadito che il Governo valorizzerà maggiormente l’operatività del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI con i seguenti due interventi strategici.

- Per accrescere il funzionamento del Fondo sarà determinante l'operatività del cosiddetto decreto "fund raising", un decreto interministeriale di attuazione del Dl anticrisi del 2008. In pratica, attraverso la stipula di convenzioni il Fondo potrà essere finanziato anche da soggetti diversi dalle amministrazioni centrali quali Regioni, Sace, Simest, CCIAA, Banche e Confidi. E tra i primi effetti dovrebbe esserci la creazione di una sezione speciale del Fondo per l'internazionalizzazione delle imprese (possibile anche una sezione per le imprese femminili), sezione che alcune primarie Camere di Commercio stanno già costruendo per il 2013 in partnership proprio con il Ministero dello Sviluppo Economico.

- Al momento il cs. Decreto Salva Italia dello scorso dicembre ha già rifinanziato il Fondo Centrale di garanzia per le PMI per un importo totale di 1,2 miliardi di euro (400 milioni di euro erogati al Fondo nel 2012, 2013 e 2014).

B) Antonella Baldino, Responsabile Department Servizi per lo Sviluppo in forza presso Medio Credito Centrale SpA, ha delineato le seguenti tre linee strategiche del Fondo per il prossimo triennio.
- Ottimizzazione dell’operatività del Fondo tramite la valorizzazione dell’impianto rotativo del medesimo e la compartecipazione al rischio assunto dal Fondo da parte di soggetti pubblici (Regioni/Provincie/CCIAA etc.) e soggetti privati quali Banche e Confidi, con la possibilità prospettata di poter lavorare in futuro su stock di portafogli di impieghi con caratteristiche omogenee.
- Stabilità delle risorse dedicate al Fondo data dal recente rifinanziamento del medesimo (1,2 miliardi di euro) e tramite anche l’apporto di ulteriori risorse da parte di soggetti pubblici e privati (si veda punto A su emanando decreto "fund raising").
- Coordinamento delle misure agevolative (garanzia/controgaranzia) attualmente offerte dal Fondo con altre misure pubbliche di altri enti.

C) I Confidi presenti hanno invece avanzato le seguenti proposte.
- Snellimento burocratico/amministrativo della gestione operativa degli strumenti messi a disposizione dal Fondo Centrale di Garanzia.
- Revisione degli scoring di bilancio, giudicati troppo restrittivi e vetusti, attualmente utilizzati dal Fondo Centrale di Garanzia: risalgono al 2001.
- Maggiore valorizzazione della base informativa che i Confidi forniscono alle Banche.
- Alleggerimento della normativa di Vigilanza sui Confidi 107.

In conclusione Antonio Lo Monaco per AssoConfidi ha preannunciato che presenterà un documento al Ministero contenente alcune proposte avanzate dai Confidi.

P.S.: nessuno, almeno durante il dibattito ufficiale, ha messo in discussione la ponderazione zero a valere sulle garanzie/controgaranzie dirette rilasciate dal FCGPMI.

Sapio ha detto...

Mi domando ma perché Banche, Sace, Confidi dovrebbero contribuire al finanziamento del FCG? Che senso economico avrebbe? Capisco invece il finanziamento di camere di commercio, enti locali etc.

MBS ha detto...

Luca , no.

Anonimo ha detto...

..Sapio...perchè, come si dice a Roma, "nun c'è più na lira" ... ero presente all'incontro ed il totale vuoto di proposte da parte delle Istituzioni sul mondo Confidi mi ha stupito e non poco.

Sapio ha detto...

Ma erano le istituzioni che dovevano fare proposte?
Le idee possono surrogare i soldi ma non viceversa!

Anonimo ha detto...

Sapio mio Ti ricordo che il mondo dei Confidi al suo interno è piuttosto diviso, tra 106 e 107, e quando avanza proposte di norma è anche poco ascoltato.
In primo luogo i due soggetti, vigilati e no, dovrebbero avere rappresentanze diverse perchè hanno esigenze diverse ... ma sostenedo questa tesi, a detta di molti, mi trasformerei motu proprio in eretico e sarei bruciato in Campo dè Fiori.