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martedì 8 maggio 2012

Osservatorio sulle crisi Cerved: fallimenti ancora in crescita a inizio 2012

L'ultimo numero dell'Osservatorio sulle crisi di impresa di Cerved Group rileva più di 3.000 dichiarazioni di fallimento nel 1° trimestre 2012, in crescita del 4,2% sullo stesso trimestre del 2011. In crescita anche i concordati preventivi.

I default crescono nell'edilizia e nel terziario. Conforta il calo registrato nel manifatturiero. Tra le regioni, va un po' meglio nel Nord-Est che nel Nord-Ovest. La situazione si fa più critica nel Centro Italia (soprattutto) e al Sud.
In fondo al rapporto, una scheda cita un'indagine ISTAT del 2007 sulla durata dei fallimenti, che in media risultava superiore a otto anni, con un tasso di recupero dei crediti del 14% (10% al netto dei costi della procedura). Secondo le stime aggiornate di Cerved, negli anni seguenti le cose non sono migliorate. Per le procedure chiuse nel 2010 i tempi hanno sfiorato i nove anni,  e sono calati di poco per quelle terminate nel 2011.

I dati segmentati per regione dell’impresa fallita indicano che esistono forti differenze territoriali: le attese maggiori si osservano tra i creditori di imprese siciliane (quasi 12 anni), pugliesi (10,8 anni), molisane (10,5 anni), campane (10,2), e sarde (10 anni); viceversa con un’attesa media di “soli” 5,7 anni il Trentino Alto Adige è la regione più virtuosa, seguita dalla Lombardia (7 anni), dal Piemonte (7,1 anni) e dal Veneto (7,5 anni).
Senza procedure efficienti (e giuste) di soluzione delle crisi aziendali non si esce dalla crisi dell'economia. Sembra un problema isolato, ma non è così. Per le proporzioni assunte, per il peso sui bilanci bancari, per le ricadute personali e sociali, esige più attenzione, più lucidità, più voglia di fare.
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