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martedì 1 maggio 2012

Osimo: creato il Comitato Impresa Credito per difendersi dalle banche arroganti

Ancora Giannino a Nove in punto fa conoscere un'iniziativa locale in risposta alla crisi finanziaria delle imprese. Si tratta del CIC, Comitato Impresa Credito, promosso ad Osimo (Ancona) da un gruppo di imprenditori aderenti a Confapi, con lo scopo di far conoscere (con discrezioni) le pressioni indebite e gli abusi subite nel rapporto con le banche. Cito dalle dichiarazioni di Andrea Pesaresi, portavoce dell'iniziativa, riportate in questa news:

Renderemo note le eventuali assurde richieste che il sistema bancario farà ai nostri associati, tutelando l’anonimato ma fornendo alla stampa documentazione circostanziata. Alla stampa forniremo nomi e tutti i documenti che attestino la veridicità di quanto denunciamo pur costretti a garantire l’anonimato dell’impresa a causa del terrore che si è instaurato fra l’imprenditore e le banche. Se una banca solo fiuta uno stato di difficoltà da parte di un imprenditore, questi rischia che gli si chiudano tutte le linee di credito e che venga immediatamente richiesto il totale rientro dagli affidamenti”. Secondo Andrea pesaresi “l’imprenditore un pò troppo esposto con il sistema bancario, magari per colpa di investimenti necessari per aver innovato, fatto ricerca e sviluppo ecc… con l’obbiettivo di affrontare un mercato in forte mutazione, vive il rapporto in un clima di umiliazione e di terrore! La stampa ricopre un ruolo di importanza vitale per portare all’attenzione dell’opinione pubblica i casi più eclatanti e per richiamare alle proprie responsabilità quei bancari che abusano del loro potere o non si assumono la responsabilità delle proprie azioni mettendo spesso in irreparabile difficoltà aziende che potrebbero avere un futuro e premiare quelle banche e bancari che sanno mantenere il giusto rapporto in questo momento di grande difficoltà. Quando chiude un’azienda di medie dimensioni, essa salta agli onori della cronaca e tutti si mobilitano, ma quando chiudono decine di aziende con 10/20 dipendenti nessuno ne parla, ma sono proprio queste che aggiungono disoccupazione alla disoccupazione con effetti devastanti per l’intera società. Il Comitato intende collaborare con le associazioni di categoria, con la politica, con le banche stesse e con i confidi e i consulenti finanziari al solo scopo di assistere le imprese e gli imprenditori sull’orlo della disperazione”.  Per iscriversi al comitato telefonare al 335 7551047
Come in altri casi fatti conoscere dalla campagna Disperati mai, ci troviamo di fronte a un'iniziativa nata spontaneamente, senza il sigillo di istituzioni e associazioni. Molte imprese si sentono trattate con superficialità, indifferenza, da banche che stringono senza prendersi la briga di distinguere imprese che meritano dalle altre. Il CIC vuole far conoscere i comportamenti vessatori, affinché l'opinione pubblica faccia pressione sulle banche. Anche le norme (attualmente in discussione) istitutive dell'Osservatorio sull'erogazione del credito  (vedi post) prevedono la segnalazione all'Arbitro Bancario e Finanziario da parte del Prefetto di "specifiche problematiche" relative a servizi bancari e finanziari, dietro istanza presentata dalla clientela.
Capisco il disagio delle imprese nel relazionarsi con le banche oggi. Però le campagne e le pressioni sulle banche possono fare molto poco. Tanto a livello nazionale (moratorie e tavoli banche-imprese), quanto a livello locale (come il sit-in di CNA Reggio Emilia e questo Comitato di Osimo).
Se il problema è locale, allora si deve puntare alla ridefinizione dei rapporti con le banche su basi reciprocamente trasparenti. Può aiutare molto un corretto inquadramento tecnico dei problemi dell'impresa, che spesso manca alla stessa impresa. Se invece l'impresa lo porta in banca, e la banca lo ignora, allora ci sono buoni motivi per protestare.
Se il problema è sistemico, occorrono risposte di sistema. Finora le risposte di sistema non sono andate oltre le pressioni sul sistema bancario. Non basta più. 
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