Ho ricevuto oggi il volumetto Finanza e credito in Italia, di Francesco Cesarini e Giorgio Gobbi, pubblicato dal Mulino nella collana "Farsi un'idea". Mi ha fatto ricordare il Rapporto sul sistema finanziario e creditizio italiano curato dallo stesso Cesarini con Mario Monti e Carlo Scognamiglio all’inizio degli anni Ottanta per il Ministero del Tesoro. Quante cose sono successe da allora nel sistema finanziario e creditizio, e non solo: il "divorzio" tra Tesoro e Banca d'Italia, l'abbandono della specializzazione tra banche e istituti speciali, lo sviluppo del mercato mobiliare, i fondi comuni, i fondi pensione, e molto altro. Questo nuovo libro ci presenta, in sole 140 pagine, il punto di approdo di questo percorso, di cui restituisce la prospettiva storica. Una lettura utilissima oggi, mentre riscopriamo i pregi di un sistema orientato agli intermediari, dove i mercati sono importanti, ma non bastano.
Gli autori (oltre a Cesarini, Giorgio Gobbi, economista della Banca d'Italia) analizzano le decisioni finanziarie di famiglie e di imprese, la centralità del ruolo delle banche e infine le norme volte a tutelare la stabilità del sistema e la correttezza dei comportamenti degli intermediari, anche con indicazioni che consentono di interpretare le recenti e complicate vicende dei mercati finanziari.
Riprendo da pag. 87-88 una citazione che può interessare i nostri visitatori (il sottolineato è mio):
E' quindi verosimile che nei prossimi anni i rapporti tra banca e impresa subiscano nuovi cambiamenti lungo due linee principali. In primo luogo anche i grandi gruppi bancari potrebbero individuare soluzioni organizzative adatte ad accorciare la distanza con le piccole e medie imprese. Si tratta di un processo che è stato di recente avviato da alcuni gruppi primari, che prevedono una parziale ridistribuzione delle responsabilità decisionali alle filiali alle quali si rivolgono gran parte degli imprenditori.
La seconda possibile linea evolutiva è la diminuzione del contenuto informale dei rapporti tra le banche e le imprese e un contestuale rafforzamento delle tutele contrattuali, ad esempio mediante il ricorso a forme tecniche più garantite quali i mutui ipotecari o i prestiti concessi sulla base di crediti commerciali. Come si è visto, questo processo è in parte giù in atto da qualche anno e ha accompagnato lo spostamento del credito verso scadenze più lunghe. Si muove in questa direzione lo sviluppo conosciuto negli anni recenti dai consorzi di garanzia collettiva fidi, o più brevemente CONFIDI, enti finanziari promossi dalle associazioni di categoria con lo scopo di favorire l'accesso al credito per le imprese di piccola dimensione.
Luca
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