Il piano TARP del segretario al Tesoro Paulson era concepito, inizialmente, per ripulire i bilanci delle banche USA da asset tossici per $700md. Nel dibattito parlamentare, raccogliendo le critiche dei commentatori e gli insegnamenti del piano anti-crisi britannico, si è trasformato in un cocktail di interventi, di valore complessivo confermato in $700md. Tra questi, la sottoscrizione di strumenti di capitale delle maggiori banche e dell'assicuratore AIG, nazionalizzato e salvato con un prestito statale di $85md, e in procinto di essere ricapitalizzata con denaro pubblico.
Di proporzioni ancora maggiori (circa $2.000md) sono i finanziamenti concessi dalla banca centrale (la Fed) contro pegno di asset di qualità incerta. Diversi osservatori temono che la Fed impegni risorse pubbliche per interventi non meno importanti di quelli del TARP, ma senza controlli di terzi su rischio e congruità dei valori. Tant'è che Bloomberg ha chiesto dettagli sui destinatari di questi interventi presentando il 7 novembre un'interpellanza (federal lawsuit) ai sensi del Freedom of Information Act. La materia è delicata: la trasparenza potrebbe rivelare punti di debolezza del sistema che la Fed preferisce tamponare in maniera più discreta (garantisce che lo farà quanto basta).
Luca
PS 12/12/2008, ecco un aggiornamento con la risposta data dalla Fed l'8 dicembre.
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