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mercoledì 2 febbraio 2011

CRIF: meno investimenti (e credito) per le piccole


Dodona e Sapio mi riferiscono del convegno tenuto ieri a Milano, nel quale è stato presentato l'ultimo rapporto dell'Osservatorio CRIF-Nomisma sulla finanza dei piccoli operatori economici. Ne parlano il comunicato stampa di CRIF-Nomisma e questo articolo del Sole 24 ore.

Cito dal comunicato stampa:
A livello territoriale, emerge come il lieve miglioramento del clima congiunturale sia stato avvertito prevalentemente dalle micro imprese del Nord Est e del Centro, mentre nelle altre aree geografiche del Paese è continuata la flessione della propensione ad investire, risultata particolarmente marcata nel 2010 per le micro imprese che operano nel Sud Italia. Complessivamente, nel 2010 sono stati i POE del Nord Est e del Nord Ovest ad investire in misura maggiore (circa il 27% delle microimprese totali), sebbene, in termini dinamici, le imprese localizzate nell’area nordoccidentale del Paese, insieme a quelle del Sud, abbiano rallentato in maniera più marcata la propensione ad investire rispetto all’anno precedente. Per i POE del Nord Ovest tale trend decrescente dovrebbe proseguire anche nel 2011, forse in attesa di segnali più decisi di ripresa economica. Sul fronte del rischio di credito, dalle rilevazioni dell’Osservatorio emerge un peggioramento generalizzato dei tassi di sofferenza indipendentemente dalla macro area analizzata: scendendo nel dettaglio, il Sud si conferma come l’area con la peggiore performance (9,41%). L’analisi territoriale della nuova rischiosità (tassi di decadimento) conferma la tendenza a una stabilizzazione dei livelli in tutte le macroaree con l’eccezione del Centro, che mostra invece un costante peggioramento. Anche in questo caso la performance peggiore risulta essere quella delle microimprese del Sud (4,62% il tasso di decadimento a 180 giorni) rispetto alle restanti aree del Paese.
Dal reportage di Sapio apprendo che
... il dr. Messina dell’Abi ha relazionato sul lavoro di omogeneizzazione normativa che stanno facendo. Un oratore bancario ha anche affermato (cosa della quale sono convinto) che le  banche non sanno calcolare l’effetto delle Garanzie sul PV e sul tasso. Per cui, la battuta è mia,  le accettano perché una garanzia “male non fa’ ma se fa bene non si sa!”.
Fra gli oratori il Dr. Panieri di Fedart che ha riferito sul dibattito in corso circa il contributo delle regioni al finanziamento del FCG. Pare che le Regioni chiedano in cambio norme di accesso specifiche per ogni regione finanziatrice. Mi sembra condivisibile.
Ricordo che in un altro convegno un autorevole partecipante mi rivelò che, secondo lui, il MiSE non vede l’ora che entrino le Regioni per ritirare il suo contributo finanziario.[davvero, Sapio? Ma i fondi statali ormai sono stanziati fino al 2013]
Un amico mi ha pure confermato che alcuni Confidi e/o finaziarie regionali tenteranno la linea del doppio binario: fondo ineligible (tanto le banche se lo prendono … ma se fa bene non si sa) e fidejussioni eligibili (poche si immagina, tanto per apparire).
Dodona mi ha segnalato, nel  Rapporto, l'analisi dell'efficacia delle politiche pubbliche regionali di sostegno dell’economia territoriale.  Una cosa rilevante emersa ieri è, secondo Dodona, la difficoltà di censire tutti gli interventi e, soprattutto, di poter oggettivamente valutare l’efficacia di tali interventi.
L'anno scorso il Rapporto analizzava anche le performance relative del credito garantito dai confidi rispetto a quello non garantito. Se avrò in visione la versione completa, riprenderò gli aggiornamenti su questo punto.

A lato segnalo un altro evento confidi svoltosi a Roma il 31 gennaio, del quale pure mi ha riferito Sapio: il convegno Federfidi “Credito, garanzie e Confidi: la sfida dell’innovazione” moderato da Gianni Triolo (Commerfin), e con gli interventi di Paola Leone (UniRoma Sapienza), Corrado Baldinelli (Banca d'Italia), Claudia Bugno (Presidente comitato gestione FCG, MiSE). Sapio ha percepito una crescente consapevolezza: gli oratori dei Confidi negli interventi prendono sempre più coscienza che il quadro è cambiato e qualcosa va fatto.
Colgo l'occasione per ricordare che il blog è sempre a disposizione per annunciare eventi come questo, dei quali non sempre riesco ad essere informato per tempo. Stampa questo post

12 commenti:

Sapio ha detto...

Aggiungo due dati che mi hanno colpito:
Roma e Milano, il credito garantito è più rischioso (quasi il doppio) del non garantito.
Roma, prof.ssa Leone: la garanzia abbatte il costo del credito di 20-30 cent ma poi bisogna aggiungere la commissione [nota mia: di gran lunga maggiore]

Sapio ha detto...

Nel convegno di Roma ho preso la parola per ricordare che la legge antiusura, nata prima di Basilea, favorisce l'usura perché impedisce alle banche di finanziare i prenditori con minore merito di credito. Ho pure ricordato che i fondi antiusura non sono eligibili e "se fa bene non si sa".

Sapio ha detto...

Desidero richiamare l'attenzione su un altro punto. Spesso si citano le statistiche BdI per analizzare l' andamento della domanda di credito e rispondere alla famosa domanda "E' il cavallo che non beve o l'acqua che manca?".
Ebbene le statistiche BdI sono ricavate dalle risposte date dalle banche a questionari a compilazione manuale che vengono riempiti nasometricamente senza alcun riscontro quantitativo. E questo perché le segnalazioni ufficiali partono dall'accordato e non dal domandato. Un credito rifiutato o concesso in quantità o forme diverse dal domandato non comparità mai in alcuna segnalazione ufficiale.

Anonimo ha detto...

Giusto, Sapio, e come mi hai fatto notare più volte, i confidi potrebbero tenere traccia delle domande rifiutate e colmare questo gap informativo.

Stufo ! ha detto...

Non mi risulta che i confidi buttino via questa informazione. Anzi questa informazione molto dettagliata nel merito serve a capire banca per banca e impresa per impresa e nel merito della proposta non accolta dove va perfezionata la strategia. E in un confidi la strategia e' di norma quella di statuto ovvero gli scopi sociali : agevolare l'accesso al credito alle imprese socie ! Purtroppo l'attenzione di molti confidi e burocrati e' rivolta più alle duplicazioni tipo gli adempimenti,inutili per gli ex 106, quali quelli sull' anagrafe e le segnalazioni del piffero alla guardia di finanza su domande che riguardano imprese extra regionali a confidi che operano esclusivamente nella propria regione e che quindi non possono agevolare l'accesso al credito a imprese che abbiano sede fuori dalla propria regione ! Ma anziché' lavorare alla feroce eliminazione di queste duplicazioni le federazioni fanno accordi sui software per gestire queste boiate inutili che erodono tempo e core business alle strutture !

Sapio ha detto...

Non so i Confidi ma le banche non registrano le domande di credito ma solamente la concessione (accordato) del credito. Ricordo che il credito che passa per i Confidi è una piccola parte del credito concesso, quindi ammesso che i Confidi registrino le domande, la situazione rimane carente di informazioni essenziali a capire l'evoluzione del mercato.

Sapio ha detto...

Vorrei porre una domanda sulla quale magari aprire un sondaggio. Si sente sempre dire che le ns imprese sono sottocapitalizzate mentre spesso i soci sono sovrapatrimonializzati. Quali sono le cause della sotto patrimonializzazione delle imprese?

Anonimo ha detto...

La forma societaria per le medie e grandi ( figurati se vanno a patrimonializzarla ...) e la propensione abnorme agli investimenti delle micro (causata dalla politica folle delle associazioni di categorie che vogliono necessariamente iper strutturata anche una "start up" e non fanno in modo che molte risorse in termini agevolativi soldi pubblici quindi nostri ) vadano nella giusta direzione.
Volevano i bandi ........ ora ce li hanno e rivogliono lo sportello !
I bandi sono cosi complessi che le società di servizi delle organizzazioni non riescono a gestirli e quindi il business è sfumato a favore di esperti commercialisti e...avventurieri. Quindi meglio tornare al vecchio sportello dove si spilla di meno ma con meno competenza e in maggiore quantità.

Sapio ha detto...

Un'altra captata ad un convegno: "E' più facile ottenere granzia dal FCG che escuterlo!"
Perché? Chi ci aiuta a capire dove stanno i problemi. Magari di questo discutono in privato i vari tavoli. Facciamolo qui in pubblico!

Anonimo ha detto...

Tom, rispetto all'ultima considerazione di Sapio "parole sante". Mi domando, BdI non si accorge di nulla? Perchè sia utilizabile ai fini del CRM una controgaranzia deve essere escutibile "in caso di inadempimento della controparte, l’intermediario deve avere
il diritto di rivalersi tempestivamente sul garante per le somme coperte
dalla garanzia". Per FCG e anche per BdI tempestivamente significa "diversi mesi".

Sapio ha detto...

Allora chiediamo al FCG di pubblicare questi indici a) Garanzie onorate entro un mese dall'escussione/Garanzie escusse e b) Garanzie onorate/Garanzie escusse. L'indice b) serve a mettere il luce le difficoltà ad operare con FCG. Si badi bene che io do per scontato che il rifiuto di escussione sia giusto e fondato.

Anonimo ha detto...

@Amici commentatori: che varietà di commenti! Non sono un cultore della netiquette, né un censore dei messaggi fuori tema, però (nell'ordine) antiusura, fidi declinati, sottocapitalizzazione, bandi per contributi pubblici, tempi di escussione FCG, mi sembrano troppa carne al fuoco per un thread di discussione. Su FCG si può usare il post "L'anno che verrà" (trovate il link a fondo pagina, è il primo dei più letti).
Per il resto, diamoci una mano a dare al dibattito un tono di dialogo per conoscere e capire meglio dei temi di comune interesse. Come sapete, per segnalare temi caldi, o aprire gruppi di discussione, basta mandarmi una mail. Anche lì, senza farsi prendere dalla bulimia.