Non ho usato la mano leggera: ho cominciato parlando di effetto della garanzia sul costo del credito e di TAEG, passando alle determinanti del prezzo minimo della garanzia che assicurano l'equilibrio economico-patrimoniale; poi ho mostrato come analizzare il conto economico (riclassificato dallo schema IAS) per vedere se le condizioni di equilibrio sono rispettate; ho concluso con una carrellata sul calendario delle segnalazioni di Vigilanza e sui sistemi informativi gestionale e direzionale di cui la Cooperativa si è dotata.
Non ci crederete, ma il menu, apparentemente indigesto, è stato apprezzato. Un imprenditore artigiano riesce a sintonizzarsi subito sul tema dell'economicità, perché è pane quotidiano del suo fare impresa. E in effetti fare un'offerta per un subappalto di impianti elettrici non è meno complicato del pricing di una garanzia, e cercare di incassare un credito da un cliente in difficoltà (o furbetto) non è diverso, nella sostanza, dal seguire una pratica a sofferenza.
Un bravo consigliere di confidi punta a dare garanzie efficaci che costino il meno possibile all'azienda. Al tempo spesso, capisce che il confidi deve mantenersi solido nel tempo, e quindi accetta che si cambi qualcosa nel modo di assumere rischi, fare prezzi, negoziare con le banche, decidere sull'organizzazione e sui costi.
Il ruolo dei consiglieri è cruciale per comunicare ai soci, direttamente o tramite le associazioni di categoria, quello che vale e quello che costa la garanzia. Ad esempio, il pricing indifferenziato per rischio e poco differenziato per scadenza del credito fa aumentare il divario tra il costo e il prezzo della garanzia, e quindi consuma risorse. Bisogna calcolare quanto si consuma: se il conto è troppo alto, o se il prezzo sottocosto induce a usare male il credito, bisogna correggere il tiro, e l'input spetta alla direzione e al CdA. Si dovrà ridurre il grado di copertura dei rischi garantiti (con riduzioni delle quote o introduzione di cap), aumentare e/o differenziare le commissioni, chiedere apporti patrimoniali.
Per fare questo non si può fare a meno di sistemi di controllo di gestione e di risk management adeguati: e in effetti ieri, discutendo i bilanci preventivi presentati nel 2009 in Banca d'Italia per la domanda di autorizzazione, si sono rilette cifre che non erano campate per aria rispetto a come sono andate le cose. Sono strumenti che facilitano il governo del confidi, non lo complicano. Lo ripeto, gestire un'impresa oggi non è meno complicato.
Questi seminari mi sono utili per verificare l'utilità dei miei studi, e per aggiornarmi su quanto accade nel mercato. Ieri ho recepito tre messaggi degni di nota:
- prima di tutto, una nota di colore; la Cooperativa artigiana ha fatto il 21 gennaio scorso le prime segnalazioni Centrale Rischi e Matrice; quando in febbraio è arrivato il flusso di ritorno CeRi, diverse banche hanno telefonato allarmate per il balzo dell'accordato sul sistema dei loro clienti soci Coopart; è successo quello che più volte ha detto qui il nostro Sapio, cioè si è evidenziato un doppio conteggio dell'esposizione, il credito per cassa della banca e la garanzia ricevuta dal confidi; se non si tiene traccia del collegamento tra garanzia e credito sottostante, le garanzie hanno l'effetto paradossale di peggiorare gli score andamentali delle imprese;
- secondo, la sostenibilità delle garanzie personali a prima richiesta; non è scontata; la Cooperativa opera in condizioni ideali quanto a frazionamento del rischio, disponibilità stabile e programmata di fondi provinciali, correttezza di comportamento dei soci; la crisi però si fa sentire anche in Trentino; si può fare garanzia a prima richiesta, ma a prezzi adeguati; torna d'attualità l'operatività cappata; sì, le opzioni alternative che discutevamo con il direttore Paolo Nardelli facendo il programma di attività per l'iscrizione a 107 non erano disquisizioni accademiche; si deve scegliere in maniera ragionata un percorso;
- terzo, l'efficacia dei mutui-liquidità per traghettare le imprese oltre la crisi; qui in Trentino la Provincia autonoma si è mossa subito con risorse ingenti, ad oggi sono stati attuati cinque programmi di Riassetto finanziario che coinvolgono i confidi locali; il presidente di Coopart Giuseppe Bertolini, che vede la situazione anche come imprenditore, ha ben chiaro che la liquidità è una cura palliativa; servirebbe andare in azienda a fare una diagnosi precisa, e affrontare il problema non soltanto sui casi singoli, ma sulle filiere di fornitura, che trasmettono a monte i disagi finanziari delle imprese clienti o committenti; qui la piccola impresa dovrebbe fare una campagna aggressiva per chiedere un'azione di sistema, cominciando prima di tutto a raccogliere i dati (facendo pianificazione finanziaria seria nelle imprese) e poi monitorando i comportamenti; serviranno cure energiche e interventi chirurgici sulle situazioni di crisi; se ci si muove per tempo si potranno salvare molte imprese dal parapiglia dei dissesti incontrollati.
1 commento:
Intervengo subitissimo sul problema della doppia esposizione:
1) i Confidi debbono alzare il flag (mi pare si chiamasse campo 107) che segnala credito di firma a sostegno di credito di cassa
2) le banche debbono leggere questo flag. L'ultimo applicativo aziendale che ho visto leggeva questo flag e lo esponeva in una maschera che si consulta raramente. Risultato: allarme ingiustificato.
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