Ho sentito in questi giorni diversi lettori del blog. Altri mi hanno espressamente contattato. Sono tutti dispiaciuti o preoccupati per la piega presa dalla discussione: poche voci monopolizzano il dibattito, che diventa spesso una polemica a due, o a tre. La soluzione sarebbe avere più voci, dico io. Ma è un cane che si morde la coda: il blog è troppo polemico, non si interviene, rimangono poche voci, tra queste si riattizza la polemica, e via daccapo.
A questo punto ho deciso di fare un esperimento.
Chiedo ai commentatori più assidui, a Sapio, a Gigi, a Dodona, a RoeRòs e all'incontenibile Fulgido/Osservatore qualche giorno di grande silenzio (li ringrazio comunque per essere intervenuti, e mi auguro che continuino a seguire il blog). Non è una censura, ovviamente, ma soltanto un tentativo di ripartenza su un registro più pacato e, spero, coinvolgente.
Più fatti, più voci, più esperienze da raccontare, questo il mio auspicio.
Il successo di questo tentativo dipenderà anche dai rapporti intrattenuti fuori dal blog. Trovo un contrasto stridente tra il clima dei seminari (e dei gruppi di discussione) Smefin, costruttivo, concreto, e quello di aleablog. Sarà che discutere incontrandosi di persona stimola le migliori doti di comunicazione ed empatia, mentre scambiare idee a distanza dalle pagine di un sito web non sempre. Sto riallacciando una serie di contatti con il mondo confidi per creare nuove occasioni di lavoro concorde e proficuo. In effetti il blog non è lo strumento più adatto per far partire progetti (come quello dei bilanci) anche se va bene per lanciare l'idea.
Come blogger mi prendo un rischio: come le copie dei grandi quotidiani, anche le visite del blog si impennano quando c'è uno spunto polemico, o qualche anonimo svela presunti retroscena. Se scende il grande silenzio, il grafico delle pagine viste potrebbe scendere in picchiata.
Non è un problema, è sempre meglio ricordare perché si fa una cosa, e agire di conseguenza.
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