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sabato 19 febbraio 2011

Pricing e bilancio con il CdA Coopart Trento

Ieri ho tenuto il secondo seminario per il Consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia di Trento. Ho parlato di equilibrio gestionale, pricing, bilancio, segnalazioni e sistemi informativi. Come il precedente incontro, è stato un momento di lavoro intenso e partecipato.
Non ho usato la mano leggera: ho cominciato parlando di effetto della garanzia sul costo del credito e di TAEG, passando alle determinanti del prezzo minimo della garanzia che assicurano l'equilibrio economico-patrimoniale; poi ho mostrato come analizzare il conto economico (riclassificato dallo schema IAS) per vedere se le condizioni di equilibrio sono rispettate; ho concluso con una carrellata sul calendario delle segnalazioni di Vigilanza e sui sistemi informativi gestionale e direzionale di cui la Cooperativa si è dotata.
Non ci crederete, ma il menu, apparentemente indigesto, è stato apprezzato. Un imprenditore artigiano riesce a sintonizzarsi subito sul tema dell'economicità, perché è pane quotidiano del suo fare impresa. E in effetti fare un'offerta per un subappalto di impianti elettrici non è meno complicato del pricing di una garanzia, e cercare di incassare un credito da un cliente in difficoltà (o furbetto) non è diverso, nella sostanza, dal seguire una pratica a sofferenza.
Un bravo consigliere di confidi punta a dare garanzie efficaci che costino il meno possibile all'azienda. Al tempo spesso, capisce che il confidi deve mantenersi solido nel tempo, e quindi accetta che si cambi qualcosa nel modo di assumere rischi, fare prezzi, negoziare con le banche, decidere sull'organizzazione e sui costi.
Il ruolo dei consiglieri è cruciale per comunicare ai soci, direttamente o tramite le associazioni di categoria, quello che vale e quello che costa la garanzia. Ad esempio, il pricing indifferenziato per rischio e poco differenziato per scadenza del credito fa aumentare il divario tra il costo e il prezzo della garanzia, e quindi consuma risorse. Bisogna calcolare quanto si consuma: se il conto è troppo alto, o se il prezzo sottocosto induce a usare male il credito, bisogna correggere il tiro, e l'input spetta alla direzione e al CdA. Si dovrà ridurre il grado di copertura dei rischi garantiti (con riduzioni delle quote o introduzione di cap), aumentare e/o differenziare le commissioni, chiedere apporti patrimoniali.
Per fare questo non si può fare a meno di sistemi di controllo di gestione e di risk management adeguati: e in effetti ieri, discutendo i bilanci preventivi presentati nel 2009 in Banca d'Italia per la domanda di autorizzazione, si sono rilette cifre che non erano campate per aria rispetto a come sono andate le cose. Sono strumenti che facilitano il governo del confidi, non lo complicano. Lo ripeto, gestire un'impresa oggi non è meno complicato.
Questi seminari mi sono utili per verificare l'utilità dei miei studi, e per aggiornarmi su quanto accade nel mercato. Ieri ho recepito tre messaggi degni di nota:

  • prima di tutto, una nota di colore; la Cooperativa artigiana ha fatto il 21 gennaio scorso le prime segnalazioni Centrale Rischi e Matrice; quando in febbraio è arrivato il flusso di ritorno CeRi, diverse banche hanno telefonato allarmate per il balzo dell'accordato sul sistema dei loro clienti soci Coopart; è successo quello che più volte ha detto qui il nostro Sapio, cioè si è evidenziato un doppio conteggio dell'esposizione, il credito per cassa della banca e la garanzia ricevuta dal confidi; se non si tiene traccia del collegamento tra garanzia e credito sottostante, le garanzie hanno l'effetto paradossale di peggiorare gli score andamentali delle imprese;
  • secondo, la sostenibilità delle garanzie personali a prima richiesta; non è scontata; la Cooperativa opera in condizioni ideali quanto a frazionamento del rischio, disponibilità stabile e programmata di fondi provinciali, correttezza di comportamento dei soci; la crisi però si fa sentire anche in Trentino; si può fare garanzia a prima richiesta, ma a prezzi adeguati; torna d'attualità l'operatività cappata; sì, le opzioni alternative che discutevamo con il direttore Paolo Nardelli facendo il programma di attività per l'iscrizione a 107 non erano disquisizioni accademiche; si deve scegliere in maniera ragionata un percorso;
  • terzo, l'efficacia dei mutui-liquidità per traghettare le imprese oltre la crisi; qui in Trentino la Provincia autonoma si è mossa subito con risorse ingenti, ad oggi sono stati attuati cinque programmi di Riassetto finanziario che coinvolgono i confidi locali; il presidente di Coopart Giuseppe Bertolini, che vede la situazione anche come imprenditore, ha ben chiaro che la liquidità è una cura palliativa; servirebbe andare in azienda a fare una diagnosi precisa, e affrontare il problema non soltanto sui casi singoli, ma sulle filiere di fornitura, che trasmettono a monte i disagi finanziari delle imprese clienti o committenti; qui la piccola impresa dovrebbe fare una campagna aggressiva per chiedere un'azione di sistema, cominciando prima di tutto a raccogliere i dati (facendo pianificazione finanziaria seria nelle imprese) e poi monitorando i comportamenti; serviranno cure energiche e interventi chirurgici sulle situazioni di crisi; se ci si muove per tempo si potranno salvare molte imprese dal parapiglia dei dissesti incontrollati.
Se avete fatto esperienze o riflessioni simili nei vostri confidi, o se invece avete elementi diversi, parliamone qui. Stampa questo post

1 commento:

Sapio ha detto...

Intervengo subitissimo sul problema della doppia esposizione:
1) i Confidi debbono alzare il flag (mi pare si chiamasse campo 107) che segnala credito di firma a sostegno di credito di cassa
2) le banche debbono leggere questo flag. L'ultimo applicativo aziendale che ho visto leggeva questo flag e lo esponeva in una maschera che si consulta raramente. Risultato: allarme ingiustificato.